Procedimento di ingiunzione: come fare ricorso per opporsi ad un decreto ingiuntivo
01 Febbraio 2023 - Redazione
Opposizione a decreto di ingiunzione: tutto quello che c'è da sapere
Il decreto ingiuntivo, anche detto provvedimento monitorio, è uno strumento pensato dal legislatore al fine di garantire al creditore di recuperare il proprio credito senza dover attendere i tempi del processo di ordinaria cognizione.
In poche parole, in determinati casi e a determinate condizioni, il legislatore permette al creditore di soddisfare il proprio credito senza dover porre in essere l’ordinario procedimento, caratterizzato da tempi d’attesa non sempre celeri,
- Indice contenuti
- Che cos'è un procedimento di ingiunzione
- Quando è possibile richiedere un decreto ingiuntivo
- Da quali articoli è disciplinato
- Come potersi opporre ad un decreto ingiuntivo
- Dopo quanto tempo si può presentare l'opposizione
- Quali sono i motivi di possibile opposizione ad un decreto ingiuntivo
- Quali sono le conseguenze dell'opposizione ad un decreto ingiuntivo
- Prescrizione del decreto ingiuntivo
- Quando, come e perché un decreto ingiuntivo risulta nullo
- Quanto costa presentare l'opposizione ad un decreto ingiuntivo
- Quanto tempo passa tra il decreto ingiuntivo ed il pignoramento
- Come fare opposizione senza avvocato
Che cos'è un procedimento di ingiunzione
Il decreto ingiuntivo, conosciuto anche come provvedimento monitorio o ingiunzione di pagamento, è un atto giudiziario mediante il quale il giudice, su richiesta del soggetto creditore, ingiunge al debitore il pagamento di una determinata somma di denaro, la consegna di un determinato immobile o la consegna di un determinato oggetto.
Tale provvedimento viene emesso inaudita altera parte, ovvero senza un contraddittorio, e senza un accertamento approfondito del diritto. Il procedimento di ingiunzione, infatti, rientra nel novero dei riti di sommaria cognizione, dove il giudice non accerta definitivamente l’esistenza o la titolarità di un determinato diritto, come accade nel rito di ordinaria cognizione, ed è pertanto un rito decisamente più snello e veloce.
Fatte le debite premesse, occorre ora capire a cosa serve il decreto ingiuntivo e quando può essere richiesto. Come anticipato, ciò che caratterizza questo provvedimento giudiziale è la snellezza del procedimento, la velocità di emissione e i costi ridotti da sostenere rispetto ad un giudizio di ordinaria cognizione. Una volta ottenuto il decreto ingiuntivo, questo costituisce titolo esecutivo, è cioè uno strumento che permette al soggetto creditore di soddisfarsi sul patrimonio del debitore senza il suo consenso mediante l’espropriazione forzata.
Si pensi ad esempio al pignoramento dei beni del debitore. Tuttavia, per poter ottenere questa particolare forma di tutela è fondamentale che il credito abbia delle caratteristiche indicate dalla legge.
Quando è possibile richiedere un decreto ingiuntivo
Qualsiasi persona, fisica o giuridica, può ricorrere al procedimento di ingiunzione al fine di ottenere la condanna del debitore al pagamento di tutto quello che è dovuto.
I protagonisti del procedimento sono due:
- Il creditore, cosiddetto ingiungente;
- Il debitore, cosiddetto ingiunto.
Al fine di depositare un ricorso per decreto ingiuntivo è necessario che sussistano due condizioni:
Innanzitutto il ricorrente deve essere titolare di un diritto di credito con determinate caratteristiche, e poi il credito deve essere provato da una prova scritta come ad esempio un assegno.
Per quanto concerne le caratteristiche del credito, ai sensi dell’art. 633 c.p.c., questo può avere per oggetto una somma di denaro liquida ed esigibile, ipotesi classica, una quantità determinata di cose fungibili o la consegna di un bene determinato.
Di conseguenza, è agevole stabilire che sono esclusi da questa forma di tutela i crediti di fare e di non fare, o i crediti di rilascio di cose immobili, o aventi ad oggetto una quantità di denaro indeterminato.
Per quanto concerne la somma di denaro, al fine di agire ex art. 633 c.p.c. è fondamentale che sia liquida (ovvero quantificata nel preciso ammontare) ed esigibile (ovvero deve riguardare un credito scaduto).
Una deroga all’esigibilità è prevista dall’art. 664 c.p.c. il quale, in caso di sfratto per morosità, permette al soggetto locatore, ovvero colui il quale concede in locazione un bene immobile, di chiedere l’emissione di un decreto ingiuntivo anche per i canoni di locazione non ancora scaduti.
In genere i decreti ingiuntivi possono essere utilizzati per il pagamento degli onorari dei professionisti ai sensi dell’art. 633 c.p.c., per gli oneri condominiali ai sensi dell’art. 63 disp. att.c.c., per i crediti da lavoro in generale e per i crediti derivanti dal contratto di locazione.
Da quali articoli è disciplinato
Il decreto ingiuntivo, essendo un atto giudiziario, trova la propria disciplina in seno al Codice di procedura civile, e più precisamente negli articoli 633 e seguenti c.p.c. Il legislatore ha previsto una disciplina ad hoc per questo particolare provvedimento amministrativo, la quale si articola in una pluralità di norme piuttosto complesse.
Può sembrare strano ma è possibile trovare cenni al decreto ingiuntivo anche nel Codice Penale e più precisamente all’art. 388, il quale commina una sanzione anche piuttosto aspra a chi pone in essere sui propri beni atti simulati o fraudolenti, al fine di sottrarsi al pagamento e agli obblighi nascenti da provvedimento dell’autorità giudiziaria, compreso quindi il decreto ingiuntivo.
Come potersi opporre ad un decreto ingiuntivo
Ove il soggetto ingiunto, quindi il debitore, avesse delle contestazioni in ordine all’esistenza del credito o sull’ammontare del medesimo, potrà attivarsi mediante la cosiddetta opposizione a decreto ingiuntivo.
Quest’ultima può essere effettuata entro e non oltre 40 giorni dalla data in cui il decreto e il ricorso vengono notificati al soggetto debitore; ai sensi dell’art. 641 c.p.c. il termine in questione può, in alcuni casi, essere ridotto a dieci giorni o aumentato fino a sessanta.
L’opposizione a decreto ingiuntivo consiste, in parole povere, ad un atto di citazione da presentare dinanzi al giudice al fine di instaurare un nuovo giudizio di cognizione per accertare l’esistenza del debito e la sua quantità.
Infine è doveroso precisare che in alcuni casi, ai sensi dell’art. 650 c.p.c., l’ingiunto può presentare opposizione al decreto anche tardivamente, ovvero dopo che i 40 giorni siano trascorsi; il legislatore permette l’opposizione tardiva solo nel caso in cui il debitore non fosse riuscito a presentare tempestivamente l’opposizione a causa di irregolarità della notificazione o a causa di caso fortuito o di forza maggiore.
Dopo quanto tempo si può presentare l'opposizione
Una volta ricevuta la notifica del decreto ingiuntivo è possibile effettuare immediatamente l’opposizione allo stesso che, come anticipato, è un atto di citazione in giudizio e pertanto dovrà contenere tutti gli elementi previsti dagli art. 163 e 163 bis del c.p.c: questi sono l’indicazione del Tribunale a cui di propone la domanda, i dati identificativi delle parti, la data della prima udienza di comparizione e l’invito al convenuto a costituirsi ed infine i riferimenti al procuratore e alla relativa procura.
Per quanto concerne i termini di comparizione, invece, sono i medesimi del procedimento ordinario. Pertanto, ai sensi dell’art. 163 bis c.p.c. in 90 giorni, se il luogo di notificazione si trova in Italia, e 150 se si trova all’estero.
Quali sono i motivi di possibile opposizione ad un decreto ingiuntivo
In genere il soggetto ingiunto si oppone al decreto ingiuntivo per diverse ragioni, o perché ritiene di non essere debitore di chi ha ottenuto il decreto, o perché ritiene che l’ammontare del debito sia inferiore rispetto a quello denunciato dal creditore.
In questi casi è fondamentale instaurare un nuovo giudizio, questsa volta di piena cognizione questa volta, al fine di accertare l’esistenza e la portata del credito vantato dall’ingiungente.
È bene precisare che durante il procedimento di opposizione è possibile anche che le parti concilino ai sensi dell’art. 652 c.p.c.; in questo caso il giudice, con ordinanza non impugnabile, dichiara o conferma l’esecutorietà del decreto, oppure riduce la somma o la quantità stabilita dalle parti.
Quali sono le conseguenze dell'opposizione ad un decreto ingiuntivo
L’opposizione a decreto ingiuntivo determina alcune conseguenze giuridiche:
In primis, come anticipato, fa sorgere un nuovo giudizio finalizzato all’accertamento del credito o della sua portata, ma potrebbe anche determinare la sospensione della provvisoria esecutorietà del decreto, ove prevista dal giudice, ai sensi dell’art. 649 c.p.c.
Ciò non significa che l’opposizione di per sé determini sospensione dell’esecutività del provvedimento. Il giudice istruttore, infatti, su specifica istanza dell’opponente ed in caso di gravi motivi può sospendere l’esecuzione provvisoria del decreto concessa ex art. 642 c.p.c.
Infine, l’opposizione a decreto ingiuntivo, ove sia accolta, determina l’eliminazione dal mondo giuridico del decreto ingiuntivo.
Prescrizione del decreto ingiuntivo
Dopo che il giudice ha emesso il decreto ingiuntivo su ricorso del creditore, l’atto giudiziario va notificato al soggetto ingiunto entro e non oltre due mesi; scaduto il termine in questione, il decreto ingiuntivo diviene inefficace, facendo sì che il creditore sia tenuto a depositare un nuovo ricorso e pagare nuovamente tutte le imposte previste dalla legge, sempre che nel frattempo il credito oggetto del decreto ingiuntivo non sia definitivamente prescritto.
Quando, come e perché un decreto ingiuntivo risulta nullo
In genere, uno dei principali motivi di nullità del decreto ingiuntivo si verifica a causa della mancata notifica o della notifica errata, ad esempio perché effettuata con atto viziato da inesistenza.
In poche parole, l’ingiunzione di pagamento diventa inefficace se è stata notificata in modo tardivo o al di fuori dei termini previsti precisamente dall’art. 644 c.p.c oppure se la notifica è cosiddetta inesistente.
In questo caso il debitore sarà pur sempre tenuto a presentare opposizione a decreto ingiuntivo finalizzato però a far valere l’inefficacia del provvedimento ex art. 188 disp attuative del c.p.c.
Per quanto concerne i vizi di forma del decreto ingiuntivo, l’art. 480 c.p.c. indica i cosiddetti elementi essenziali che il decreto in questione deve possedere, a pena di nullità. L’atto di precetto deve contenere le indicazioni relative alle parti in causa, la sottoscrizione e l’eventuale procura di chi lo ha redatto, l’indicazione dell’ufficio giudiziario competente, la data di notificazione, la trascrizione integrale del titolo esecutivo.
Anche in questi casi, il debitore potrà far valere eventuali vizi mediante opposizione a decreto ingiuntivo.
Quanto costa presentare l'opposizione ad un decreto ingiuntivo
Il soggetto ingiunto che decide di opporsi al decreto ingiuntivo, oltre ad affrontare un giudizio di piena cognizione, dovrà anche affrontare delle spese processuali, pertanto prima di decidere se opporsi o meno ad un decreto ingiuntivo potrebbe essere particolarmente utile conoscere quali sono i costi da affrontare, specie se si hanno dubbi sulle sorti della lite.
Innanzitutto, è necessario pagare il cosiddetto contributo unificato, anche se dovrà essere pagato solamente per la metà del valore ordinario visto che una parte del contributo sarà già stata versata dalla controparte, ovvero da colui che ha notificato il decreto ingiuntivo, per ottenere l’ingiunzione di pagamento.
Il costo del contributo unificato non è fisso perchè varia a seconda del valore dell’oggetto della controversia.
Gli scaglioni da prendere in considerazione al fine di capire qual è il costo del contributo sono i seguenti:
Valore complessivo | Costo dei contributo unificato |
Fino a € 1.100,00 | € 21,50 |
Da € 1.100,01 fino a € 5.200,00 | € 49,00 |
Da € 5.200,01 fino a € 26.000,00 | € 118,50 |
Da € 26.000,01 fino a € 52.000,00 | € 259,00 |
Da € 52.000,01 fino a € 260.000,00 | € 379,50 |
Da € 260.000,01 fino a € 520.000,00 | € 607,00 |
Da € 520.000,01 in su | € 843,00 |
Occorre precisare che in questi casi è necessario procedere anche ad un tentativo di mediazione al fine di trovare un possibile punto di incontro ed evitare così di concludere il processo.
Si tratta, in parole povere, di un procedimento obbligatorio per importi inferiori ad € 50.000; in caso di esito positivo della mediazione, il costo è a carico di entrambe le parti, le quali dovranno pagare la parcella del mediatore, ma a prescindere dall'esito il costo della causa civile dipende da svariati fattori, come la parcella dell’avvocato.
Infine, è bene sapere che chi perde il processo dovrà farsi carico anche di tutte le spese processuali dell’avversario oltre che alle proprie, pertanto prima di fare opposizione a decreto ingiuntivo è bene fare valutazioni accurate.
Quanto tempo passa tra il decreto ingiuntivo ed il pignoramento
Il tempo che mediamente intercorre tra la richiesta del decreto ingiuntivo ed il pignoramento dei beni del debitore ingiunto varia a seconda del carico di lavoro del Tribunale ed è di circa 5 mesi.
Una volta ottenuto, occorrerà presentare il decreto all’ufficiale giudiziario il quale di solito impiega almeno 10 - 15 giorni per la notifica, dopodiché occorre attendere altri 40 giorni dall’avvenuta notifica, ovvero dalla notifica del decreto ingiuntivo.
Ma non è finita qui, occorre anche richiedere la cosiddetta formula esecutiva del provvedimento giudiziale, ed anche per questa è necessario attendere almeno una settimana; successivamente l’avvocato potrà redigere il cosiddetto atto di precetto e notificarlo al debitore.
Anche per quest ultimo adempimento possono essere necessarie circa due settimane.
Infine, occorre attendere altri 10 giorni concessi per il precetto; a seguito di tutto questo procedimento, l’avvocato potrà presentarsi all’ufficiale giudiziario e richiedere la notifica del pignoramento, o concordare una data per il pignoramento mobiliare.
Come fare opposizione senza avvocato
Al fine di rendere più veloce la fase dell’opposizione al decreto ingiuntivo, il legislatore ha reso concreta per l’ingiunto la possibilità di effettuare opposizione senza l’ausilio di un avvocato tramite la compilazione di un modulo, reperibile anche online, e l’invio di quest’ultimo direttamente al giudice competente.
L’unica condizione imposta dalla legge affinchè un soggetto effettui l’opposizione a decreto ingiuntivo senza l’ausilio di un legale è che la somma oggetto dell’ingiunzione non superi i 1.100€; in caso contrario invece sarà necessario rivolgersi ad un avvocato.
Considerando però che l'opposizione incardina un vero e proprio procedimento di ordinaria cognizione, effettuare un’opposizione al decreto ingiuntivo senza l’ausilio di un avvocato potrebbe non essere una buona idea
È infatti sempre necessario affrontare un vero e proprio processo, con tutte le conseguenze da questo derivate. Pertanto è sempre consigliato se non fondamentale avere al proprio fianco un avvocato esperto specializzato nel settore del diritto civile e della procedura civile. Se non hai un avvocato di fiducia, noi di Quotalo.it possiamo aiutarti a trovarne uno. Grazie alla nostra piattaforma infatti ti aiutiamo a trovare il professionista legale che rispecchia maggiormente le tue esigenze e ti mettiamo in contatto con lui per richiedere in maniera semplice e veloce una consulenza dettagliata.