La certificazione energetica (APE) e l’indice di prestazione energetica
18 Gennaio 2018 - Redazione
E dopo aver discusso dell’attestato di prestazione energetica, della certificazione energetica nelle diverse regioni d'Italia, dei costi ella certificazione energetica, e del software per la certificazione energetica, vogliamo adesso soffermarci su altri aspetti connessi alla certificazione energetica (APE), e nello specifico l'indice di prestazione energetica, e la differenza che intercorre tra questo e le classi energetiche (delle quali analizzeremo le modalità di assegnazione).
L'indice di prestazione energetica corrisponde al totale dell'energia che un edificio climatizzato consuma per ogni metro quadro di superficie ogni anno: definito più propriamente comel’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile (EPgl,nren) comprende:
- la climatizzazione invernale (EPh,nren)
- la climatizzazione estiva (EPc,nren)
- la produzione di acqua calda sanitaria (EPw,nren)
- la ventilazione (EPv,nren)
- illuminazione artificiale (EPl,nren), per gli immobili non residenziali
- il trasporto di persone o cose (EPt,nren), per gli immobili non residenziali.
La procedura di calcolo dell’indice di prestazione energetica può avvenire:
- da progetto: in caso di nuovi edifici i dati vengono reperiti dal progetto energetico (relazione energetica chiamata "legge 10")
- da rilievo: per edifici esistenti sottoposti a "ristrutturazione importante" i dati vengono reperiti dal sopralluogo, dall'analogia con edifici simili e da banche dati nazionali.
Qual è quindi la differenza che intercorre tra la Classe energetica e l’Indice di prestazione energetica?
La prima, espressa con una lettera che va da A4 (la massima efficienza energetica) a G (che comprende gli immobili meno virtuosi che consumano più energia), indica sinteticamente la qualità energetica e il consumo dell'edificio, ma tenendo conto di parametri dipendenti dalla località in cui esso si trova, dalla forma e dalla performanza rispetto ad un edificio di riferimento con caratteristiche medie, e con intervalli tra le classi che variano continuamente (solo per caso se ne trovano di uguali tra diversi certificati energetici); al contrario l'indice di prestazione energetica globale (EPgl) presenta una maggiore precisione.
Secondo la normativa nazionale, proprio a proposito degli intervalli tra le varie classi energetiche, essi dipendono da due variabili:
- i gradi giorno, cioè la somma delle differenze giornaliere tra la temperatura interna e quella media esterna: per capirsi, in inverno i sistemi di riscaldamento vengono progettati su una temperatura interna di 20°, e la differenza tra la temperatura esterna e questo valore, sommato per tutti i giorni dell'Inverno, dà i gradi giorno di una località (che ovviamente sono maggiori lì dove è più rigido il clima)
- il rapporto S/V, cioè il rapporto tra la superficie disperdente (vale a dire quella che confina con l'esterno, con il terreno e con altri ambienti non riscaldati) e il volume riscaldato di un immobile: adottando questo rapporto ci si trova nella situazione paradossale per la quale edifici complessi, con molte rientranze, risultano energeticamente competitivi rispetto a edifici più compatti (impossibile dal momento che possiedono una maggiore superficie disperdente rispetto al volume riscaldato)… ma tant’è, e questo giustifica il fatto altrettanto paradossale che edifici situati nello stesso comune, con la stessa prestazione energetica (e quindi stesso consumo) ricadano in classi energetiche diverse!
A volte quindi si potrebbe fare fatica (e non poca) ad orientarsi tra criteri e normative non sempre impeccabili e non sempre in linea e une con le altre: è per questo che vi consigliamo, gratuitamente e senza impegno, di contattare un consulente per le certificazioni energetiche al quale chiedere eventuali delucidazioni.