Riscaldamento a pavimento: caratteristiche, pregi, difetti, costi...

31 Ottobre 2017 - Redazione

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Foto articolo riscaldamento a pavimento Foto articolo riscaldamento a pavimento Foto articolo riscaldamento a pavimento

Visto che avete deciso di prendere in fitto una casa, e vi è stato detto che l’entità (tutt’altro che irrisoria) del pigione si giustifica con la presenza di un riscaldamento a pavimento, volete valutare quali sono i vantaggi di un impianto di riscaldamento a pavimento: vi aiutiamo noi con questo articolo, nel quale parliamo dei costi del riscaldamento a pavimento (in particolare dei prezzi a mq), del risparmio consentito da questo tipo di sistema, e di come lo stesso impianto possa essere adoperato contemporaneamente per il riscaldamento e il raffrescamento a pavimento.


Caratteristiche del riscaldamento a pavimento, compresi pregi e difetti

Il sistema dispone di una rete unica di tubazioni in plastica ad alta resistenza termica e meccanica che corre sotto il pavimento, e nella quale fluisce acqua ad una temperatura di 30-40°, che prima scalda il suolo, e poi per irraggiamento l’intera superfice dell’abitazione.

Messa in opera di un impianto di riscaldamento a pavimento

Il primo pregio di questo tipo di riscaldamento è che necessita di temperatura di esercizio più basse rispetto ai sistemi tradizionali, che si attestano sui 60-70°; ma a questo se ne sommano molti altri:
 
  • il maggiore comfort abitativo, legato ad una più equa distribuzione del calore nell’ambiente domestico
  • l’assenza di muffe, polveri e umidità che possono portare all’insorgenza di allergie, o rendere difficile la vita di quanti soffrono già di problemi alle vie respiratorie
  • la possibilità di un maggiore spazio a disposizione degli arredi (le pareti, ad esempio, risultano tutte libere)
  • la capacità di funzionare a prescindere dalla presenza di una canna fumaria o di tubazioni di distribuzione
  • una frequenza della manutenzione meno pressante rispetto al riscaldamento tradizionale
  • una più semplice pulizia, essendo “invisibile” e privo di corpi esterni da detergere e nettare
  • la compatibilità con qualsiasi tipo di rivestimento, compreso il parquet
  • la possibilità di adoperare l'impianto di riscaldamento a pavimento anche per il raffrescamento estivo, facendo scorrere nelle serpentine acqua refrigerata a 15-18°.
Tuttavia, non ci sono solo pregi in un riscaldamento a pavimento, ma anche difetti:
  • una lenta reazione a improvvisi cambi di temperatura (tuttavia, si tratta di un limite facilmente superabile abbinando un riscaldamento a parete, oppure con una caldaia a condensazione di ultima generazione fornita di una sonda esterna che permetta di modificare la temperatura di mandata e la potenza – arrivando anche a lavorare ad 1/10 della potenza massima- in funzione della temperatura esterna, aumentando ulteriormente il rendimento del sistema di riscaldamento a pavimento)
  • dei costi di manutenzione che, per quanto rari, non sono affatto bassi
  • la necessità di accrescere lo spessore del pavimento anche di 7-8 centimetri (frangente da tenere presente in fase di costruzione della casa, a meno che non si vogliano mettere di nuovo mani al portafoglio in un secondo momento per dotarsi di sistemi più sottili)
  • dei costi di realizzo di notevole incidenza.



Quanto costa un riscaldamento a pavimento?.

E approfondiamo l’ultima voce dell’elenco precedente: i prezzi necessari per dotare la propria casa di un riscaldamento a pavimento.

Cominciamo subito col dire che i costi iniziali sono piuttosto alti, e questo è imputabile a:
  • le molteplici componenti dell’impianto (tubazioni, pannelli isolanti per riscaldamento a pavimento, massetto, caldaia, collettori per l’impianto riscaldamento a pavimento), che devono tutti essere di ottima qualità affinché l’impianto risulti efficace e duraturo;
  • il numero delle serpentine impiegate
  • il costo della manodopera: un impianto di questo tipo richiede notevole attenzione da parte degli installatori proprio per garantirne la maggiore efficacia possibile;
  • le eventuali demolizioni che dovranno avere luogo
  • la posizione dell’abitazione: c’è una differenza tra Sud e Nord Italia, dove pare che materiali e manodopera gravino sul preventivo per la realizzazione del riscaldamento a pavimento per un 15-20% in più rispetto al Sud
  • la distanza che intercorre tra l’abitazione e la ditta installatrice
  • la tipologia e la qualità dell’impianto adottato.


Sezione di un impianto di riscaldamento a pavimento

Altra circostanza da considerare (e dunque, eventuale voce da considerare nel computo delle spese per dotarsi di riscaldamento a pavimento): il livello di dispersione di calore dell’edificio (inutile riscaldare, se poi il calore prodotto “si perde” per altre vie!).

In caso di dispersione di calore dal tetto o dal basamento, sarà necessario applicare uno strato di isolante (di almeno 10 – 20 cm) direttamente sopra la soletta (per le mansarde si può pure procedere con materiali applicati per insufflaggio); se la dispersione avviene tramite le pareti è bene pensare all’inserimento, sempre per insufflaggio, di una schiuma isolante; se il calore si perde in prossimità di porte, finestre e balconi si dovrà valutare la sostituzione di quelli vecchi con infissi dotati di doppi vetri o vetri basso-emissivi (a seconda delle esigenze) e articoli in PVC e in alluminio (che da questo punto di vista regalano buone prestazioni).


Le tipologie di impianti di riscaldamento a pavimento

Apriamo una parentesi proprio in merito alla tipologia, dal momento che si tratta di una voce non secondaria sul budget per installare un impianto a pavimento.

Le differenze riguardano per lo più i pannelli da unire fra loro per contenere i tubi, laddove le varianti sono:
  • pannello con foglia riflettente: in formato 50x100x3h, ha una densità di 30 Kg per metro cubo ed è composto da uno strato di polistirene a cellula chiusa e appunto da un foglio di alluminio riflettente
  • pannello con percorsi preformati: dimensioni di 98,5×98,5×2,8h per una densità di 27 Kg per mc, è formato da uno strato di polistirene a cellula chiusa e da un preformato incollato in poliuretano espanso, spesso 2 cm, dove inserire i tubi
  • sistema capillare: spessore complessivo di un centimetro ma prestazioni “tradizionali”.


Altra differenza è quella che concerne la distribuzione dei tubi, che a sua volta si adatta idealmente ad una tipologia di pannelli meglio che ad un’altra:
 
  • Per il pannello a foglia riflettente, l’ideale è la posa a serpentina: in questo caso vengono alimentate prima le spire esterne e poi quelle interne, e questo consente temperature più alte nelle fasce perimetrali dell’ambiente (naturalmente più fredde)
  • Per il pannello con percorsi preformati è più adatta la disposizione a chiocciola, che garantisce maggiore uniformità di calore;
  • Per il sistema capillare è più indicato un percorso rettilineo, incassando e saldando i tubi principali in un’apposita scanalatura a pavimento.
Terza differenza concerne il tipo di alimentazione abbinata al riscaldamento a pavimento:
  • pannelli solari;
  • energia geotermica;
  • pompe di calore;
  • caldaie a condensazione di ultima generazione.


Ovviamente ogni alimentazione necessita di un impianto apposito, e la sua predisposizione fa lievitare i prezzi per un sistema di riscaldamento a pavimento, ma il risparmio energetico e l’efficienza conseguenti ripagano oltremodo.

Temperature di un impianto di riscaldamento a pavimento


Le spese da preventivare per l’installazione di un sistema riscaldante/raffreddante a pavimento

E dunque: quanto costa il riscaldamento a pavimento?

Secondo una stima di massima, per un’abitazione di 100 mq circa, il costo di un buon impianto varia dai 70 ai 110 € a metro quadro, comprensivi di tutto (materiali, caldaia, manodopera e oneri aggiuntivi).

È chiaro che la forbice di prezzi può pure essere più contenuta, andando dai 30 agli 80 euro/mq (per cui, per un appartamento di 130 mq, si spenderebbe sugli 8.000 euro comprensivo di caldaia), ma è altrettanto chiaro che i sistemi di riscaldamento a pavimento più economici (quelli con i pannelli bugnati) non offrono le stesse garanzie, in termini di resa e durata, di quelli più costosi.

Si tratta comunque di almeno il doppio delle cifre che si spendono per un impianto di riscaldamento tradizionale.

E allora, perché scegliere un impianto di riscaldamento a pavimento?

Perché si tratta di un investimento, e come tale gode di un ritorno non immediato, ma dilazionato nel tempo. La prima dilazione è quella in bolletta, con circa un 20% di energia risparmiata e la possibilità di utilizzare energie rinnovabili che rendono ancora più vantaggioso ed economico questo tipo di impianto (per cui il risparmio complessivo si può attestare sul 30-40%).

La seconda è rappresentata dalla detrazione del 65% delle spese sostenute per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti (comprendendo in esse sia quelle necessarie all’acquisto, sia quelle impiegate per smontaggio e montaggio, lavori edili, idraulici, etc., sia quelle affrontate per richiedere lo sgravio stesso).

Vediamola nello specifico…


La detrazione per l’installazione di un impianto di riscaldamento e raffrescamento a pavimento

Non solo, come si diceva, una detrazione del 65% sulla spesa effettuata per migliorare energeticamente la propria abitazione, ma addirittura un innalzamento al 70-75% se gli interventi interessano parti comuni degli edifici condominiali o comunque tutte le unità immobiliari di cui si compone il condominio (a patto che siano rispettate le condizioni previste dalla normativa e che sia disponibile l'Attestato della Prestazione Energetica -APE- redatto da professionisti abilitati), per un massimo di 40mila euro ad unità.

E addirittura, a partire dallo scorso anno, per ripagare questi interventi è possibile anche cedere il credito (basato sulla spesa sostenuta) ai fornitori.

Possono richiedere la detrazione sia i privati che i professionisti, le società di persone e di capitali, le associazioni di professionisti, e come visto i condomini.

La detrazione dall'Irpef o dall'Ires è “dilazionata” su 10 anni; non è cumulabile - per i medesimi interventi – con la detrazione del 50% per le ristrutturazioni o con altri incentivi come il conto termico (per intenderci, quello per pannelli solari termici e pompe di calore); è comprensiva di Iva.

Pr quanto concerne la documentazione necessaria per la richiesta bisogna disporre di:
  • Fatture e ricevute comprovanti le spese sostenute (o ricevute dei bonifici di pagamento);
  • L’asseverazione di un tecnico abilitato che attesti la rispondenza dell’intervento ai requisiti richiesti;
  • L’attestato di certificazione o di qualificazione energetica.



Conclusioni

I lavori per installare un sistema di riscaldamento a pavimento prevedono che:
  • si installi un’eventuale barriera all’umidità (se necessario);
  • si posizionino i collettori in acciaio dell’impianto di riscaldamento a pavimento o in alternativa i kit di regolazione nelle nicchie create appositamente;
  • si colleghino i collettori dell’impianto riscaldamento a pavimento o i kit all’impianto idraulico della caldaia o ad altri tipi di alimentazioni (pannelli solari, pompe di calore, etc);
  • si eseguano gli intonaci, si posi la cornice perimetrale, e al suo interno si posizionino i pannelli isolanti.


Foto di un riscaldamento a pavimento

Data la complessità di alcuni di questi passaggi, come sempre, è consigliabile avvalersi di personale qualificato.

Dal momento che abbiamo dedicato ampio spazio alla questione economica, in virtù del fatto che i costi da affrontare sono tutt’altro che trascurabili, vi suggeriamo anche di farvi predisporre una serie di preventivi da almeno tre aziende diverse, cercando di paragonare materiali e tipologie simili: è quello che potete fare agevolmente e velocemente con la nostra piattaforma, che vi permette di contattare i professionisti del settore (sia esperti d’impiantistica che di opere murarie), anche in base alla vostra zona di residenza.

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