Può capitare che le persone anziane si rifiutino di accettare l'assistenza anche quando è necessaria: cosa fare in questi casi?

03 Maggio 2023 - Redazione

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Quali sono le risorse disponibili per poter offrire assistenza agli anziani fragili?

Il significativo aumento dell’aspettativa di vita degli ultimi decenni ha incrementato notevolmente il numero di “anziani fragili”, vale a dire “soggetti ultra65enni dipendenti da altri nello svolgimento delle attività della vita quotidiana, spesso istituzionalizzati, con difficoltà di movimento autonomo”.

Una definizione che prende in considerazione non solo criteri sociali e funzionali, ma anche aspetti psicologici, biologici e sociali, intendendosi con essi una ridotta capacità di adattamento alle modificazioni ambientali.

In Italia finora il carico ha gravato in buona parte sulle famiglie, sia in termini di assistenza diretta, e perciò di cure personali, che in termini di spesa sostenuta per l’acquisto di beni e servizi sanitari e socio-sanitari, incluse le badanti, che da noi rappresentano la forma più diffusa di assistenza domiciliare, dopo quella fornita dal milione di familiari che ricoprono il ruolo di caregiver.

Ma cosa accade quando, per una serie di motivi l’anziano rifiuta assistenza e cure

 

Persone anziane che rifiutano di accettare l'assistenza necessaria: cosa fare?

Gli anziani fragili, autosufficienti e non, sono pazienti che richiedono cure differenziate, personalizzate e indifferibili, essendo spesso portatori di complesse problematiche psico-cognitive come depressione e demenza, e non di rado anche di bisogni sociali legati alla povertà, alla solitudine, alla propria rete sociale sempre più carente e alla perdita del coniuge di sostegno.

Eppure può accadere che questi pazienti, al di là della loro assoluta necessità, rifiutino l’assistenza: come comportarsi in questi casi?

La cosa più importante è cercare di capire le ragioni che stanno alla base del rifiuto e provare a coinvolgere la persona in un dialogo empatico teso a far comprendere l'importanza dell'assistenza. Si potrebbe provare a coinvolgere anche il medico di fiducia, un assistente sociale o persino uno psicologo per valutare la situazione e suggerire un approccio che tenga conto delle esigenze dell'anziano e della sicurezza delle persone coinvolte.

È chiaro che, di fronte ad un atteggiamento ostile e rifiutante, si innescano frustrazione e talora rabbia nei familiari e nei professionisti della salute che cercano di aiutare, me è bene tenere a mente quanto sia importante rispettare la scelta e l'autonomia della persona anziana, prendendo al contempo misure per garantirne la sicurezza e il benessere. 

La persona anziana potrebbe sentirsi indifesa, impotente o vulnerabile, potrebbe avere paura di perdere la propria indipendenza o di essere un peso per gli altri, o potrebbe anche avere preoccupazioni finanziarie o timori riguardo a un'assistenza di bassa qualità.

Una volta identificate le preoccupazioni specifiche, è possibile lavorare per trovare soluzioni appropriate. Potrebbe essere utile coinvolgere la persona anziana nel processo decisionale per quanto riguarda l'assistenza, ad esempio, potrebbe essere possibile trovare un'assistenza personalizzata che risponde alle esigenze specifiche, o sarebbe possibile avere un'assistenza ad hoc con orari e giorni personalizzati, in modo da non imporre una routine difficile da tollerare.

La legge prevede un supporto per le persone anziane che si trovano in difficoltà, infatti l'assistenza domiciliare può essere garantita dai Servizi Sociali del Comune di residenza grazie alla Legge 328/2000.

L'anziano può fare richiesta per il rilascio di un Piano personalizzato di assistenza domiciliare che prevede la gestione di tutte le necessità quotidiane, dalla pulizia dell'abitazione, al supporto nella somministrazione dei farmaci, alla preparazione dei pasti.

In questo modo, si può gestire un percorso personalizzato di assistenza e sostegno in cui l'anziano partecipa attivamente alla progettazione del piano e al controllo dello stesso.

Se nonostante ciò il rifiuto persiste, è possibile adottare altre misure, come ad esempio:

  • Installare barriere di sicurezza, come maniglie di sostegno, per aiutare la persona a muoversi
  • Organizzare visite regolari da parte di amici e parenti
  • Installare un servizio di allerta da poter attivare facilmente in caso di emergenza.

Quando però nemmeno queste misure risultano sufficienti o adeguate allo stato di bisogno del paziente, e la sua incolumità è a rischio, potrebbe essere necessario richiedere il supporto delle autorità competenti.

La legge prevede che in questi casi la persona anziana possa essere considerata "protezione" dello Stato ed essere messa sotto tutela giudiziaria.

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Quali sono le risorse disponibili per poter offrire assistenza agli anziani fragili?

Fornire un supporto utile e significativo agli anziani in difficoltà significa, prima di tutto, farli sentire ascoltati e compresi.

Un ascolto empatico e privo di giudizio può aiutare a creare un ambiente sicuro dove la persona può esprimere i propri pensieri e sentimenti; durante la conversazione è importante fare domande aperte per approfondire la conoscenza delle difficoltà e dei bisogni dell’anziano.

In secondo luogo, è importante offrire supporto tangibile, e a questo proposito ci sono molte risorse disponibili che possono essere utili in diversi casi, come ad esempio, le risorse pubbliche e private che offrono supporto psicologico o sostegno finanziario, così come ci sono diverse esperienze e attività che possono aiutare l’anziano a sentirsi ancora vivo, attivo e ad alleviare lo stress, come lo yoga, la meditazione o l'esercizio fisico.

Incoraggiare la persona ad approfondire i propri interessi e a trovare attività che possano fare star bene può aiutare a distrarsi dalle difficoltà.

Infine, se si evidenziano sintomi di ansia, depressione, attacchi di panico, può essere necessario un aiuto professionale: il supporto medico o psicologico forniscono una guida specialistica.

In conclusione, l'ascolto empatico e comprensivo, un corredo di informazioni su risorse pubbliche e private da attivare, il supporto emotivo e la guida professionale possono aiutare l’anziano fragile anche a comprendere che la rete sociale si sta attivando per il suo bene e interesse.

 

I diversi tipi di assistenza agli anziani fragili coi relativi costi

Esistono diversi tipi di assistenza per le persone anziane in difficoltà, a seconda delle loro esigenze e del loro livello di autonomia:

  1. Assistenza domiciliare: fornita direttamente, consiste nella preparazione dei pasti, nell'assistenza igienica, nell'aiuto a vestirsi e spostarsi, nella gestione della terapia farmacologica e delle cure mediche a domicilio
  2. Assistenza residenziale: un istituto di assistenza residenziale offre un ambiente protetto e assistenza h24; si tratta di un’opzione destinata a coloro che non possono più vivere a casa propria ma non hanno bisogno di cure mediche specialistiche
  3. Assistenza sanitaria specializzata: opzione destinata alle persone anziane che necessitano di cure mediche specializzate come la riabilitazione, la terapia del dolore e la gestione delle malattie croniche come l'Alzheimer; è fornita in ospedali o centri di cura specializzati.

 

Di seguito una tabella che mette a confronto le varie opzioni:

Tipo di assistenza Caratteristiche Stime di costo
Assistenza domiciliare Comprendente supporto nelle attività quotidiane come la cura personale, la pulizia della casa, la preparazione dei pasti, la somministrazione farmacologica. Il costo dipende dal numero di ore richieste e dalla qualifica del personale, e va mediamente da 7 a 25 € all'ora
Assistenza residenziale Assistenza presso strutture residenziali per anziani o persone con disabilità, comprendente vitto, alloggio e assistenza nella cura personale. Il costo dipende dal livello di assistenza richiesto e dalla sede dell'istituto, e varia mediamente da 1.500 a 3.000 € mensili
Assistenza sanitaria specializzata Vi si comprendono la riabilitazione fisica o psicologica, la gestione della medicazione, la nutrizione artificiale eccetera. Il costo dipende dalla durata del ricovero e dalle cure mediche necessarie, e va mediamente dai 100 ai 400 € al giorno.

Ovviamente si tratta di stime, e i costi possono variare in base alla città e alla regione in cui si richiede l'assistenza, nonché alla specifica tipologia di servizio di cui si necessita, per questo è importante anche verificare le coperture assicurative o le agevolazioni fiscali disponibili per sostenere i costi dell'assistenza.

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Le malattie che rendono più difficile l'accettazione dell'assistenza

Alcune malattie che colpiscono l’anziano rendono poi più difficile l'accettazione dell'assistenza. Tra queste figurano:

  1. Demenza: si tratta di una condizione morbosa che colpisce la memoria, il pensiero e il comportamento; un anziano con demenza può avere difficoltà ad accettare l'aiuto di un caregiver e in generale l'assistenza, soprattutto a causa dello stato confusionale di cui spesso è preda, oppure per via della frustrazione sperimentata in seguito all’incapacità di farsi comprendere (e comprendersi)
  2. Depressione: un disturbo dell'umore che può influire sulla capacità di una persona di svolgere le attività quotidiane e di accettare l'aiuto altrui
  3. Paranoia: una condizione in cui si sperimentano ossessioni e timori irrazionali riguardanti la sicurezza personale; un anziano con paranoia può rifiutare l'assistenza per timore di essere ferito o manipolato
  4. Ansia: un disturbo dell'umore in cui una persona vive un senso di apprensione o nervosismo costante; un anziano che ne è affetto può essere riluttante ad accettare l'aiuto di un caregiver perché teme di poter perdere il controllo sulla propria vita.

In ogni caso è importante che il caregiver di un anziano affetto da una di queste malattie, familiare o professionale che sia, lavori in sinergia con un professionista sanitario, al fine di identificare le migliori strategie per fornire l'assistenza di cui la persona necessita.

 

Anziano rifiuta le cure mediche necessarie o i servizi di base: ricorso alla legge

Come già sottolineato, qualora l’anziano rifiutasse le cure mediche necessarie o i servizi di base, ad esempio per la difficoltà di accettare l'idea di perdere la propria indipendenza o per la convinzione che le cure o i servizi non siano adeguati alle proprie esigenze, la strategia migliore è sempre quella di trovare un equilibrio tra il rispetto della volontà del paziente e la tutela della sua salute e sicurezza.

Partendo dal tentativo di persuadere il paziente ad accettare le cure o i servizi, spiegando i vantaggi e fornendo informazioni dettagliate, si prosegue poi coinvolgendo un professionista specializzato in comunicazione o in psicologia per facilitare la comunicazione tra le parti; come accennato, se la situazione risultasse particolarmente difficile, è possibile ricorrere alla legge, richiedendo ad esempio l'intervento di un giudice tutelare che valuterà la situazione, decidendo magari di nominare un tutore per gestire i beni e le scelte sanitarie che riguardano l'anziano.

È importante sottolineare che la nomina di un tutore è un processo complesso e costoso, che richiede una valutazione dettagliata della situazione e dei bisogni del soggetto, oltre che un'attenta analisi delle norme e delle leggi locali.

Il ruolo del tutore non va poi sottovalutato: l’azione deve sempre volta all'interesse dell'anziano, rispettando le sue volontà e garantendo la tutela dei suoi diritti.

In casi estremi, in cui l'anziano rifiuta le cure o i servizi anche in presenza di gravi condizioni di salute, potrebbe essere prevista l'applicazione della cosiddetta "terapia a beneficio del paziente".

Si tratta di un intervento sanitario che può essere effettuato senza il consenso del paziente in situazioni di emergenza, ma solo dopo che siano stati esauriti tutti gli altri tentativi per ottenere il suo consenso.

La "terapia a beneficio del paziente" è un concetto generico e non esiste un unico riferimento normativo specifico.

In generale comunque qualsiasi terapia o trattamento medico deve essere basato sui principi dell'etica medica, del consentimento informato e della buona pratica medica, come previsti dalla legge e dalle linee guida cliniche.

In Italia questi principi sono regolati dal Codice di Deontologia Medica e da altre normative, come il Decreto Legislativo 219/2006 sulla sperimentazione clinica, il Decreto Legislativo 46/1997 sul consenso informato e la Legge 24/2017 sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento.

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Sanzioni e rischi per l'abbandono di un anziano che ha bisogno di assistenza, anche se si rifiuta di riceverla

L'abbandono di un anziano che ha bisogno di assistenza è un reato previsto dall'ordinamento giuridico italiano. La legge prevede infatti una serie di sanzioni per coloro che negligono le proprie responsabilità nei confronti di una persona anziana o comunque vulnerabile.

In particolare, l'abbandono di un anziano può essere considerato un reato di abuso di incapace, infatti secondo l'articolo 572 del codice penale, la persona che abbandona un incapace o un minorenne sotto la propria responsabilità commette un reato punibile con la reclusione da 2 a 8 anni.

Inoltre, tale condizione può configurarsi come abuso dei mezzi di correzione o di disciplina, previsto dall'articolo 571 del codice penale. In questo caso la pena prevista è quella della reclusione fino a 3 anni.

Coloro che abbandonano un anziano che necessita di assistenza comunque possono incorrere in responsabilità civili e patrimoniali, oltre che le già citate responsabilità penali.

Secondo l'articolo 2043 del codice civile, infatti, chiunque cagiona un danno a un'altra persona è obbligato a risarcire il pregiudizio subito, il che significa che nel caso qui in esame, le spese per l’assistenza e per il risarcimento dei danni causati possono essere a carico dei responsabili, che, è fondamentale sottolinearlo, NON sono esclusivamente i familiari, ma anche amici, parenti, operatori sanitari eccetera.

Questo sussiste anche nel caso in cui l’anziano rifiutasse assistenze e cura pur necessitandone.

In conclusione, stiamo parlando di un reato punito dalla legge italiana. È compito di familiari, operatori sanitari e di tutti coloro che si prendono cura di una persona anziana garantirne una cura e un'assistenza adeguata, rispettando sempre le sue volontà e le sue esigenze.

Solo in questo modo è possibile prevenire rischi e sanzioni.

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Strategie che possono essere messe in atto dai caregiver se l'anziano rifiuta l'assistenza

Immaginiamo ora il caso di un anziano che rifiuta di farsi aiutare nelle attività quotidiane quali lavarsi, vestirsi o prepararsi i pasti. In questo caso, il caregiver potrebbe utilizzare una strategia di persuasione basata su alcune tecniche.

Innanzitutto, potrebbe cercare di capire le ragioni alla base del rifiuto, puntualizzando come il rischio di cadute o di incidenti domestici potrebbe aumentare se l'anziano tentasse di svolgere queste attività da solo.

Inoltre si potrebbe cercare di coinvolgere l'anziano, utilizzando un approccio graduale nell’introduzione dell'assistenza, ad esempio chiedendo alla persona anziana in questione di farsi aiutare solo in poche attività quotidiane per un breve periodo, per poi ampliare gradualmente il numero di attività in cui l'anziano riceve assistenza.

Infine è sempre importante che il caregiver cerchi di creare un ambiente confortevole e rassicurante, sincerandosi che l’assistito capisca che l'obiettivo dell'assistenza è quello di aiutarlo a vivere una vita più felice e soddisfacente. Uno dei modi è rendere la casa più accessibile e sicura:

  • Rimuovendo eventuali oggetti ingombranti o pericolosi dall'area di passaggio per evitare che l'anziano inciampi e cada
  • Installando maniglioni di sostegno nel bagno e nella doccia per aiutarlo a muoversi in modo indipendente
  • Regolando la temperatura dell'ambiente in modo che sia sempre confortevole
  • Posizionando una lampada notturna accanto al letto per facilitare la visibilità nei momenti di buio
  • Assicurandosi che ci sia sempre un telefono o un dispositivo di chiamata rapida in caso di emergenza
  • Organizzando attività di socializzazione che coinvolgano l'anziano, come ad esempio invitarlo a chiacchierare durante i pasti o ad assistere a spettacoli televisivi o a eventi sociali organizzati nella comunità dove vive.

Per convincere la persona a fidarsi è importante usare un tono gentile, una voce calma e rassicurante, che crei un'atmosfera confortevole e rispettosa.

L’anziano  che necessita di assistenza non deve mai sentire violato il suo spazio personale, perciò non bisogna forzarlo a fare nulla che non voglia.

Il tutto “condito” da costanza e pazienza: la velocità non paga, la costruzione del rapporto fiduciario richiede gradualità, rapporto indispensabile per migliorare la qualità di vita e il benessere psicologico del soggetto, predisponendolo alla collaborazione.

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Il contatto giusto per l'assistenza agli anziani

La gestione di un anziano fragile è già sicuramente complessa per il caregiver, per non parlare di quando la persona che necessita di assistenza manifesta una chiara opposizione.

Proprio per sostenere in questo delicato compito di cura, Quotalo affianca sia coloro che decidono di rivolgersi ad una badante a domicilio, sia coloro che necessitano di una struttura di ricovero per il proprio congiunto.

Affinché la vecchiaia non venga più intesa e vissuta come un peso, ma semplicemente come un’ennesima fase dell’esistenza umana, ci si può rivolgere al nostro portale per trovare le migliori realtà di assistenza per anziani della propria zona in pochi semplici click.

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