Il piano operativo di sicurezza sul lavoro: una guida completa

06 Giugno 2023 - Redazione

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Quando è obbligatorio e necessario redigere il PSC

Il Piano di Sicurezza e Coordinamento sul Lavoro (PSC) è un documento obbligatorio previsto dalla legge italiana per garantire la sicurezza dei lavoratori durante l'esecuzione di lavori in cantiere.

Ci teniamo a dire sin da subito che non si tratta di una semplice “noia” burocratica, ma rappresenta uno strumento essenziale per garantire la sicurezza di tutte le persone coinvolte, pertanto la sua redazione deve essere effettuata con la massima cura e attenzione, sulla base delle informazioni e delle valutazioni dei rischi effettuate dal coordinatore per la progettazione e dal coordinatore per l'esecuzione, in collaborazione con le imprese esecutrici e le altre figure partecipanti alla gestione del cantiere, anche alla luce dei dati emersi.

Se infatti nel 2021 gli investimenti nelle costruzioni sono aumentati del 22,3% (effetto del post- Covid e delle iniziative dello Stato per il rilancio del settore, con una crescita del 7,7% degli occupati), è altrettanto palese l’incremento significativo degli infortuni denunciati, aumentati del 17,7% rispetto al 2020, e dunque attestatisi sui 38.541.

È dunque il caso di approfondire questo delicatissimo tema.

 

Il piano operativo di sicurezza sul lavoro: una guida completa

Il PSC è redatto dal committente o dal responsabile dei lavori e deve contenere tutte le informazioni relative alle misure di prevenzione e protezione adottate per garantire la sicurezza dei lavoratori, degli utenti e dei terzi coinvolti durante l'esecuzione dei lavori. In particolare deve indicare:

  • La descrizione dettagliata dei lavori da eseguire;
  • L'individuazione dei rischi specifici connessi ai lavori;
  • Le misure di prevenzione e protezione adottate per eliminare o ridurre i rischi individuati;
  • La descrizione delle modalità di coordinamento tra le imprese e i lavoratori coinvolti nei lavori;
  • Le modalità di gestione dei rifiuti prodotti durante i lavori.

Il PSC deve essere redatto prima dell'inizio dei lavori e deve essere aggiornato durante il loro svolgimento in caso di modifiche alle condizioni iniziali. Il mancato rispetto degli obblighi previsti può comportare sanzioni amministrative e penali per il committente e per le imprese coinvolte nei lavori.

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Quando è obbligatorio e necessario redigere il PSC

Sebbene si tratti di un documento di importanza rilevante, il Piano è obbligatorio solo per i cantieri temporanei o mobili che prevedono l'intervento di due o più imprese contemporaneamente.

In particolare, è previsto dal Decreto Legislativo 81/2008 e successive modifiche ed integrazioni (Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro) e dal Decreto Ministeriale 6 marzo 2013, che stabilisce le modalità di redazione, attuazione e aggiornamento del PSC.

Il Piano non è obbligatorio, invece, per i cantieri a cui partecipa una sola impresa o quando il committente è un privato che esegue lavori in proprio conto, anche se questi possono comunque essere soggetti ad altre disposizioni in materia di sicurezza e salute sul lavoro

Tuttavia, anche nei casi in cui il PSC non è obbligatorio, è comunque importante adottare tutte le misure di sicurezza necessarie per garantire la tutela dei lavoratori e degli utenti coinvolti.

 

Chi redige il Piano di Sicurezza e Coordinamento sul lavoro e chi deve firmarlo

Il Piano è redatto dal committente o dal responsabile dei lavori, ovvero dalla persona fisica o giuridica che ha la responsabilità dell'organizzazione e della gestione del cantiere.

Deve essere poi sottoscritto dal responsabile dei lavori, dal coordinatore per la progettazione e dal coordinatore per l'esecuzione dei lavori, se nominati, e prima dell'inizio dei lavori deve inoltre essere trasmesso all'organo di vigilanza competente per territorio, ovvero all'ASL o all'INAIL a seconda del tipo di lavori che si intendono eseguire.

In caso di modifiche alle condizioni iniziali, come detto, il PSC deve essere aggiornato e sottoscritto nuovamente dalle stesse persone sopra indicate e ritrasmesso all'organo di vigilanza.

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Quali sono i contenuti minimi che devono comparire all'interno del piano di sicurezza

Le informazioni trasmesse devono essere specifiche ed i contenuti minimi previsti dal Decreto Ministeriale 6 marzo 2013 sono:

  1. Descrizione dettagliata dei lavori da eseguire con l'indicazione delle attività che comportano rischi particolari e delle fasi di lavorazione in cui questi rischi si manifestano
  2. Individuazione dei rischi specifici connessi ai lavori, anche in relazione alle caratteristiche del cantiere, delle attrezzature, degli strumenti e dei materiali utilizzati
  3. Indicazione delle misure di prevenzione e protezione adottate per eliminare o ridurre i rischi individuati, con l'indicazione dei dispositivi di protezione individuale e collettiva adottati
  4. Descrizione delle modalità di coordinamento tra le imprese e i lavoratori coinvolti nei lavori, con l'indicazione delle procedure di comunicazione e di cooperazione tra i diversi soggetti stessi
  5. Indicazione dei soggetti responsabili dell'esecuzione delle varie attività, con l'indicazione dei compiti, delle responsabilità e delle modalità di verifica del rispetto delle norme di sicurezza
  6. Descrizione delle modalità di gestione dei rifiuti prodotti durante i lavori, con l'indicazione delle procedure di smaltimento e di recupero dei materiali
  7. Elenco delle attrezzature, degli strumenti e dei materiali utilizzati, con l'indicazione delle relative caratteristiche tecniche e delle modalità di manutenzione e di controllo
  8. Indicazione dei documenti necessari per la gestione del cantiere, con informazioni delle procedure di conservazione e di consultazione dei documenti stessi
  9. Descrizione delle modalità di gestione delle emergenze, con l'indicazione delle procedure di evacuazione e delle misure di primo soccorso da adottare in caso di incidenti.

Come detto, questi rappresentano i contenuti minimi previsti dalla normativa, ma in funzione della complessità del cantiere e dei lavori da eseguire, potrebbero essere necessarie ulteriori informazioni o specifiche misure di sicurezza, ad esempio potrebbero doversi includere:

  • Analisi del rischio sismico e geologico, se il cantiere si trova in una zona ad alto rischio
  • Individuazione delle fonti di emissioni inquinanti e adozione di misure di prevenzione e di controllo dell'inquinamento atmosferico, acustico e idrico
  • Adozione di misure di protezione per lavori in ambienti confinati, come ad esempio l'impiego di respiratori, monitoraggio dell'aria e addestramento specifico dei lavoratori
  • Individuazione e gestione dei rischi specifici legati all'impiego di sostanze pericolose, come ad esempio l'amianto o altre sostanze nocive per la salute
  • Adozione di misure di prevenzione e protezione nei confronti dei rischi biologici, come nel caso di lavori su impianti idrici o fognari
  • Adozione di misure di prevenzione e protezione nei confronti dei rischi da incendio, con l'impiego di estintori, idranti, allarmi e dispositivi di segnalazione
  • Pianificazione e coordinamento dei movimenti di veicoli e delle attività che comportano rischio di collisione, in particolare in cantiere con una forte presenza di mezzi pesanti
  • Adozione di misure di sicurezza specifiche per i lavori in quota, come ponteggi, piattaforme elevabili o cinture di sicurezza
  • Adozione di misure di protezione per la fauna e la flora locali, in particolare in cantiere che si trovano in aree protette o in prossimità di parchi naturali
  • Individuazione e gestione dei rischi legati alle radiazioni ionizzanti, nel caso in cui il cantiere preveda lavori che comportano l'esposizione a tali radiazioni.

In generale dunque ogni cantiere deve essere valutato caso per caso per individuare i rischi specifici ad esso associati e adottare le misure di prevenzione e di protezione più adeguate a garantire la sicurezza.

 

Le differenze tra POS (Piano Operativo di Sicurezza) ed PSC (Piano di Sicurezza e Coordinamento)

Il PSC e il POS sono due documenti distinti ma strettamente correlati, entrambi finalizzati alla prevenzione dei rischi e alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.

Il primo definisce le misure di prevenzione e protezione per l'intero cantiere, mentre il secondo specifica le modalità operative di gestione della sicurezza per ogni singolo lavoro da eseguire.

Dunque, il POS contiene informazioni dettagliate relative alle attività che saranno svolte, le attrezzature e i mezzi di lavoro che saranno impiegati, le misure di sicurezza specifiche per i rischi presenti nel cantiere e le modalità di coordinamento tra le diverse figure coinvolte nella gestione della sicurezza.

Inoltre, mentre il PSC è redatto dal coordinatore per la progettazione e viene aggiornato dal coordinatore per l'esecuzione, il POS viene redatto dall'impresa esecutrice che è responsabile dell'adozione delle misure di sicurezza sul cantiere.

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Sanzioni e rischi in caso di mancanza del Piano di Sicurezza aziendale o di errata compilazione

La mancata redazione, l'incompletezza o l'inadeguatezza del documento comportano per l'impresa o il datore di lavoro l'applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie e, in caso di infortunio sul lavoro, anche l'assunzione della responsabilità civile e penale.

In particolare le circostanze succitate costituiscono una violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e possono “costare” fino a 15.000 € per ogni lavoratore impiegato sul cantiere, nonché l'ordine di sospensione dei lavori da parte dell'ispettorato.

L'importo effettivo può variare a seconda della gravità della violazione e del numero di lavoratori coinvolti.

Per quanto riguarda la responsabilità civile, essa può comportare il risarcimento dei danni causati all'eventuale infortunato sul lavoro e ai suoi familiari, come ad esempio il rimborso delle spese mediche, il pagamento di un indennizzo per invalidità permanente, il risarcimento del danno morale e materiale, ecc...

Per quel che concerne la responsabilità penale, essa può comportare la condanna dell'impresa o del datore di lavoro a sanzioni come la reclusione o l'ammenda, in caso fossero violate le norme sulla sicurezza sul lavoro.

 

Quando il piano può non essere redatto

Esistono altri casi in cui il PSC non è obbligatorio, ad esempio:

  • Lavori che prevedono una durata inferiore a 30 giorni e che coinvolgono meno di 20 lavoratori contemporaneamente
  • Lavori di manutenzione ordinaria o di riparazione, se non comportano l'impiego di attrezzature o mezzi di lavoro particolarmente complessi o rischiosi
  • Lavori che rientrano nell'ambito delle attività quotidiane dell'impresa, come ad esempio la pulizia degli uffici o la manutenzione degli impianti
  • Lavori eseguiti in stabilimenti industriali o in siti dove il Piano di Emergenza e il Piano di Prevenzione degli Infortuni sono già previsti per legge
  • Lavori di ricerca e di sviluppo in cui il rischio di infortunio è estremamente limitato.

Tuttavia, come già detto, la mancanza dell’obbligo non esime dall’adottare sempre e comunque misure preventive e protettive.

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Quali sono le 3 fasi di presentazione del piano e chi sono i soggetti coinvolti

Tre sono le fasi di presentazione del PSC:

  1. Progettazione: in questa fase il piano viene redatto dal coordinatore per la progettazione, che collabora con le imprese coinvolte nella realizzazione dell'opera. Il coordinatore per la progettazione deve identificare i rischi presenti sul cantiere, valutarli e predisporre le misure da adottare per garantire la sicurezza
  2. Esecuzione: il piano viene aggiornato dal coordinatore per l'esecuzione, che ha il compito di verificare che le misure di prevenzione e protezione previste siano effettivamente messe in atto sul cantiere. Egli collabora con le imprese coinvolte nella realizzazione dell'opera per assicurare che tutte le misure siano rispettate
  3. Consegna: alla fine dei lavori, il coordinatore per l'esecuzione consegna il PSC al committente, che lo conserva insieme alla documentazione relativa alla sicurezza sul lavoro.

Sono in particolare le imprese esecutrici che devono fornire al coordinatore per la progettazione e l'esecuzione le informazioni necessarie per redigere il piano, e vi si devono attenere per tutta la durata dei lavori.

Ma facciamo degli esempi pratici per comprendere meglio quanto detto sinora: un'azienda intende realizzare una nuova sede, l'azienda stessa è il committente e dunque responsabile per la sicurezza; potrebbe ad esempio trattarsi di uno studio di ingegneria incaricato di progettare un ponte.

Il coordinatore per la progettazione è il soggetto che redige il piano durante la fase di progettazione, e il suo compito è individuare i rischi presenti sul cantiere e predisporre le misure di prevenzione e protezione da adottare, aggiornando il PCS e verificando che le misure previste siano effettivamente messe in atto sul cantiere: un esempio potrebbe essere una società di ingegneria incaricata di supervisionare la costruzione di un impianto industriale.

Le imprese esecutrici sono le società che svolgono le attività sul cantiere, e hanno il compito di fornire al coordinatore per la progettazione e l'esecuzione le informazioni necessarie per redigere il piano, al quale devono attenersi per tutta la durata dei lavori: un esempio è una società di costruzioni che si occupa di realizzare un edificio.

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Che cos'è il modello semplificato

Il modello semplificato è una modalità di redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento introdotta dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 febbraio 2018, che ha modificato il Decreto Legislativo 81/2008.

Si tratta di una documentazione utilizzabile per i cantieri di dimensioni ridotte, ossia quelli in cui lavorano meno di 10 lavoratori e la durata prevista dei lavori non supera i 30 giorni. In questo caso, il PSC può essere redatto in forma semplificata, allegando al documento una scheda informativa che riporta le misure di sicurezza adottate.

La differenza sostanziale è il grado di dettaglio inferiore del semplificato rispetto al PSC completo: ad esempio, non sono necessari gli elaborati grafici e il piano temporale dei lavori. Deve comunque riportare le misure di sicurezza adottate per prevenire i rischi, come l'utilizzo di dispositivi di protezione individuale (DPI), la definizione delle zone di lavoro e di transito, la segnaletica di cantiere, l'adozione di barriere di protezione, ecc...

Il modello semplificato ha l'obiettivo di ridurre la complessità e i costi per le imprese, ma non riduce la responsabilità del committente e del coordinatore per la sicurezza; infatti, l'adozione di dette misure deve essere comunque garantita. E infatti, nel caso in cui i lavori subiscano delle modifiche rispetto a quanto indicato nella scheda informativa, il modello semplificato diventa insufficiente e si rende necessaria la predisposizione del PSC completo.

 

Quali sono gli altri documenti obbligatori per la sicurezza sul lavoro

Oltre al Piano di Sicurezza e Coordinamento (PSC), esistono altri documenti obbligatori per garantire la sicurezza nei cantieri edili:

Il DVR deve essere aggiornato almeno ogni anno, o ogni volta che si verificano variazioni significative nelle attività dell'azienda.

  1. Documento di valutazione dei rischi (DVR): va redatto da tutte le aziende, indipendentemente dal settore di attività e dal numero di dipendenti, e deve contenere:
    • L'identificazione dell'azienda e la descrizione delle attività svolte
    • L'individuazione dei pericoli presenti nell'ambiente di lavoro e dei lavori svolti
    • La valutazione dei rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori
    • Le misure preventive e protettive da adottare
    • Il programma delle attività di formazione e informazione dei lavoratori.
  2. Libretto di circolazione dei mezzi di trasporto all'interno del cantiere: è obbligatorio per tutti i cantieri che prevedono l'uso di mezzi di trasporto, e deve contenere le regole da seguire per la circolazione all'interno del cantiere, le zone di transito consentite e le segnalazioni da rispettare.
  3. Registro delle verifiche: vi vanno annotate tutte le verifiche e le ispezioni effettuate sul cantiere per garantire il rispetto delle norme di sicurezza, e deve contenere:
    • Data e ora dell’ispezione
    • Descrizione della verifica effettuata
    • Risultati
    • Eventuali azioni correttive adottate.
  4. Documenti di conformità: vale a dire i certificati e le dichiarazioni che attestano la conformità dei materiali e dei prodotti.
  5. Registro degli Infortuni: è obbligatorio per tutte le aziende che occupano lavoratori dipendenti, e deve contenere tutte le informazioni relative agli infortuni sul lavoro, come la data dell'incidente, la descrizione dell'evento, le cause, le conseguenze e le azioni intraprese per prevenire incidenti simili in futuro. È tenuto dal datore di lavoro e deve essere conservato per almeno 10 anni.
  6. Nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP): si tratta del soggetto che coordina tutte le attività di prevenzione e protezione in azienda. La sua nomina è obbligatoria per tutte le aziende che hanno più di 15 lavoratori dipendenti o che svolgono attività considerate a rischio. Il RSPP deve possedere determinati requisiti di formazione e competenza tecnica, in base alla dimensione e alla tipologia dell'azienda.
  7. Programma di Formazione: è un documento che contiene il piano di formazione dei lavoratori in materia di sicurezza. È obbligatorio per tutte le aziende che hanno lavoratori dipendenti. Il programma deve contenere informazioni quali le modalità di svolgimento della formazione, i contenuti, le durate e le metodologie utilizzate.
  8. Certificazione di prevenzione incendi: è un documento che attesta la conformità dell'edificio alle normative antincendio. È obbligatoria per tutti gli edifici di nuova costruzione e per quelli esistenti che subiscono importanti lavori di ristrutturazione o ampliamento. La certificazione viene rilasciata da un tecnico abilitato.
  9. Libretto formativo: ogni lavoratore deve possedere un libretto formativo in cui vengono annotati i corsi di formazione e di aggiornamento in materia di sicurezza e salute sul lavoro a cui partecipa. Il libretto viene rilasciato dall'ente di formazione che ha erogato il corso e deve essere conservato dal lavoratore per tutta la durata del rapporto di lavoro.
  10. Regolamento interno: è un documento che disciplina l'organizzazione del lavoro all'interno dell'azienda, stabilendo le regole che i lavoratori devono rispettare, e deve contenere anche le norme in materia di sicurezza e le procedure da seguire in caso di emergenza.
  11. Piano di emergenza: definisce le procedure da seguire in caso di emergenza sul luogo di lavoro, per cui deve indicare le vie di fuga, i punti di raccolta, le persone responsabili delle operazioni di evacuazione e le modalità di comunicazione con i servizi di soccorso.
  12. Verbali di sicurezza: attestano la partecipazione dei lavoratori alle riunioni periodiche sulla sicurezza sul lavoro, che sono obbligatorie e devono essere svolte almeno una volta al mese. Durante le riunioni vengono affrontati i temi relativi alla sicurezza e vengono valutate le eventuali criticità.
  13. Nomina del Medico Competente: è un professionista che ha il compito di effettuare i controlli medici preventivi sui lavoratori, di valutarne l'idoneità rispetto alle mansioni assegnate e di verificare l'efficacia delle misure di prevenzione e protezione adottate dall'azienda.

In generale, la mancata redazione o la redazione non corretta di questi documenti obbligatori possono comportare sanzioni amministrative, penali e civili, nonché la responsabilità diretta del datore di lavoro in caso di incidenti.

Per questo motivo, è fondamentale che le imprese adottino un approccio proattivo, mettendo in atto tutte le misure preventive e protettive necessarie per garantire la salute e la sicurezza dei propri dipendenti e delle terze parti coinvolte nelle attività lavorative.

  

Conclusioni

Da quanto detto emerge abbastanza chiaramente che se un operaio dovesse ferirsi o farsi male sul cantiere aperto per la ristrutturazione di casa nostra, tra i responsabili figureremmo anche noi, ragion per cui è assolutamente necessario rivolgerci solo a ditte serie, che non cerchino scappatoie alle “incombenze” burocratiche, come quelle che collaborano con Quotalo.it, che offre la propria vetrina solo ed esclusivamente ai migliori professionisti nel settore della consulenza sul lavoro del Paese.

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