Pendenza rampa disabili: normativa, permessi e caratteristiche

30 Luglio 2024 - Redazione

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Pendenza rampa disabili: normativa, permessi e caratteristiche

Da anni si pone attenzione sull’accessibilità agli ambienti pubblici e privati tanto che l’eliminazione delle barriere architettoniche (scale, marciapiedi, ingressi stretti, eccetera) è diventata un obiettivo da perseguire con insistenza (e oggetto anche di un Ecobonus).

La costruzione di rampe per disabili è una delle soluzioni migliori, sia in termini di efficienza che di costo (rispetto, per esempio, a un montascale o a un ascensore), da prendere in considerazione, qualora ci sia lo spazio sufficiente, se invece gli spazi sono ristretti potresti optare per un montascale a poltroncina (qui puoi fare una richiesta di preventivo senza impegno), che è una delle soluzioni più apprezzate e confortevoli.

Vediamo più nel dettaglio che caratteristiche tecniche deve avere una rampa per disabili e cosa prevede la normativa di riferimento.

 

Normative e standard

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Partiamo proprio dall’aspetto normativo segnalando come la disciplina di riferimento è contenuta nella Legge 13 del 9 gennaio 1989Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati”.

Tale normativa contiene le indicazioni essenziali (dislivello, larghezza, altezza ringhiere, corrimano e cordolo e pendenza massima) per la costruzione di rampe per disabili.

È necessario fare una distinzione tra le rampe che vengono ricavate dai marciapiedi che le strutture fisse ex novo costruite per consentire il passaggio di una carrozzina e di una persona che ha difficoltà a salire le scale (ma anche, per esempio, un genitore con il passeggino).

Dal punto di vista tecnico le differenze non ci sono; la distinzione riguarda prevalentemente il tipo di pratica edilizia da prevedere.

Per realizzare una rampa per disabili ricavandola da una scala esistente (quindi realizzando una sorta di scivolo) è necessario presentare la Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata (CILA).

Discorso diverso, invece, per le strutture fisse (come quelle in metallo) per le quali non sono richiesti titoli edilizi specifici se non il rispetto delle norme tecniche relative alle rampe per disabili.

Un’autorizzazione vera e propria, il Permesso di costruire, va invece richiesto nel caso in cui si volesse costruire una rampa chiusa e coperta che quindi determinerebbe un aumento di volume.

 

Definizione di “pendenza”

Entrando più nel merito degli elementi tecnici da considerare quando ci si occupa della progettazione e costruzione di una rampa per disabili è necessario parlare della sua pendenza.

Il termine indica l’inclinazione della superficie della rampa rispetto al piano orizzontale. È fondamentale calcolarla e rispettare i riferimenti previsti in quanto è un elemento che incide sulla facilità con cui si può accedere e procedere in sicurezza su di essa.

Per calcolare la pendenza bisogna avere due dati: il dislivello e la lunghezza della rampa. Il dislivello è la differenza di altezza tra il punto di partenza e quello di arrivo della rampa, mentre la lunghezza è la distanza orizzontale tra il punto di partenza e quello di arrivo.

Molto importante quando si parla di pendenza è anche la distinzione tra pendenza longitudinale e trasversale. La pendenza longitudinale fa riferimento alla pendenza lungo la direzione di marcia della rampa ed è fondamentale per determinare quanto la rampa sia ripida quando viene percorsa sia in salita che in discesa.

La pendenza trasversale, invece, fa riferimento alla pendenza perpendicolare alla direzione di marcia della rampa ed è importante da considerare perché assicura il drenaggio dell’acqua piovana e, quindi, la sicurezza delle persone che percorrono quella rampa evitando il rischio di scivolamento.

 

Guida alle pendenze raccomandate per le rampe accessibili

La legge indica che la pendenza massima di una rampa per disabili deve essere pari all’8% (rapporto tra dislivello e lunghezza moltiplicato per 0.08). Questo significa che per superare un dislivello di 8 centimetri occorre una rampa lunga un metro; per ogni 12 centimetri percorsi la rampa deve salire di 1 centimetro.

È possibile prevedere pendenze superiori per tratti più brevi di rampa solamente nel caso di ristrutturazioni.

Possono essere previste delle deroghe seguendo il principio per cui più una rampa è corta maggiore può essere la pendenza.

Le deroghe vengono concesse previo parere dell’Ufficio Tecnico in fase di istruttoria dei progetti. Va anche ricordato come sia consentita una pendenza non superiore al 15% (dislivello massimo di 15 centimetri) per le rampe di raccordo tra percorsi pedonali esterni a livello stradale o per i passi carrabili.

La rampa per disabili può essere evitata solamente quando il dislivello è inferiore ai 2.5 centimetri, quindi in presenza di un piccolo gradino.

 

Lunghezza e dislivello

Analizziamo ora quali sono i riferimenti previsti dalla legge in termini di lunghezza, dislivello e pianerottoli per una rampa per disabili.

La lunghezza della rampa dipende dal dislivello da colmare e le rampe sono consentite solamente per superare un dislivello pari o inferiore a 3.20 metri; per uno superiore bisogna ricorrere a un montascale o a un ascensore.

Altra misura cui fare riferimento è la larghezza della rampa. La legge impone di realizzare rampe con una larghezza minima tra 0.90 m (per consentire il passaggio di una persona sulla sedia a rotelle) e 1.5 metri (per consentire l’incrocio tra due persone, come nei pianerottoli).

Il pianerottolo va inoltre previsto ogni 10 metri di lunghezza (ma anche se ci sono delle porte) e devono avere una dimensione di 1.50 x 1.50 metri o 1.40 x 1.70 metri.

Infine nel caso in cui a un lato della rampa fosse presente un parapetto non pieno (come una ringhiera) va previsto un cordolo di almeno 10 centimetri di altezza in calcestruzzo o in lastra di metallo.

 

Tipologie di rampe

Quando si parla di rampe per disabili oltre agli aspetti dimensionali bisogna distinguere anche le diverse tipologie disponibili. Si possono avere:

  • Rampe fisse – soluzioni ideali per necessità permanenti o per rampe utilizzate sempre nello stesso punto.
  • Rampe pieghevoli – si piegano (a libro o a valigetta) e occupano meno spazio e possono essere trasportate o rimosse in caso di non necessità.
  • Rampe telescopiche – consentono di colmare grandi differenze di altezza e possono essere impiegate in luoghi differenti.
  • Rampe per soglia – dispositivi utili a superare piccoli dislivelli in condizioni di sicurezza.

Ciascuna tipologia di rampa può poi essere a piano unico, a binario con due sezioni o a binario con due sezioni.

 

Caratteristiche di sicurezza

Trattandosi di realtà destinate a persone con difficoltà motoria è fondamentale che le rampe per disabili siano realizzate rispettando tutti i criteri di sicurezza. Uno dei principali elementi da considerare riguarda la pavimentazione che deve essere antisdrucciolevole.

Tale caratteristica è determinata dal tipo di materiale impiegato che deve avere un coefficiente di attrito superiore a 0.40 (utilizzando il metodo British Ceramic Research Association B.C.R.A.).

Parallelamente va posta attenzione alla presenza del parapetto (che deve essere alto almeno 1 metro e non attraversabile da una sfera di 10 centimetri di diametro) e del corrimano (su entrambi i lati a un’altezza tra 90-100 centimetri).

Per le rampe per disabili va posta attenzione anche alla segnaletica prevedendo, per esempio, la presenza di una fascia che consenta alle persone ipovedenti di individuare facilmente l’inizio e la fine della rampa stessa.

 

Design e materiali

Progettare una rampa per disabili richiede molta attenzione anche al design e alla scelta dei materiali. Questi aspetti, infatti, determinano una maggiore durabilità e praticità d’uso.

Per quel che riguarda i materiali ci si orienta al calcestruzzo (duraturo, stabile e antiscivolo e ideale per gli ambienti esterni), all’alluminio (resistente, facile da installare e resistente alla corrosione), acciaio (durevole e resistente all’usura) e il legno (più elegante ma che richiede maggiore manutenzione).

Il mantenimento delle caratteristiche tecniche e delle proprietà delle rampe per disabili è legato anche alla regolare pulizia (per rimuovere detriti, foglie e altre forme di sporcizia) e ai controlli periodici per prevedere tempestive riparazioni in caso di parti rotte o danneggiate che possono compromettere il loro utilizzo sicuro.

In questo senso va prevista l’applicazione periodica dei rivestimenti e trattamenti antiscivolo così come delle vernici per mantenere intatta l’efficacia delle superfici.

 

Differenza tra rampe e montascale

Le barriere architettoniche rappresentano una sfida significativa per le persone con mobilità ridotta, e due soluzioni efficaci per superarle sono i montascale e le rampe.

I montascale, che possono essere sia a poltroncina che a pedana, sono ideali per spazi interni ed esterni con scale particolarmente ripide o lunghe.

Se vuoi approfondire maggiori dettagli sulle tipologie di montascale puoi visitare il sito "ascensori e montascale".

Essi offrono il vantaggio di un'installazione relativamente semplice e la possibilità di essere utilizzati senza sforzo fisico da parte dell'utente, garantendo un trasporto sicuro e confortevole.

Le rampe, d'altra parte, sono una soluzione versatile ed economica, perfetta per piccoli dislivelli o per garantire l'accesso a ingressi e passaggi esterni. Le rampe possono essere permanenti o mobili, offrendo una maggiore flessibilità e facilità di accesso per utenti su sedia a rotelle.

La scelta tra montascale e rampe dipende principalmente dalle caratteristiche strutturali dell'edificio e dalle esigenze specifiche dell'utente: mentre i montascale sono preferibili per scale interne complesse o molto alte, le rampe sono la soluzione ideale per superare gradini singoli o piccoli dislivelli in aree con spazio sufficiente per l'installazione.

 

FAQ

Qual è la pendenza massima consentita per una rampa per disabili?

La pendenza massima consentita per una rampa per disabili è del 8% (o 1:12), il che significa che per ogni 12 unità di lunghezza orizzontale, l'elevazione verticale non deve superare 1 unità. Questa norma è dettata dalle linee guida dell'Americans with Disabilities Act (ADA) e viene generalmente adottata anche in molti altri paesi.

Quali sono le dimensioni minime per una rampa destinata a persone con disabilità?

Le dimensioni minime variano a seconda della normativa locale, ma generalmente una rampa deve essere larga almeno 90 cm per consentire il passaggio di una sedia a rotelle. Inoltre, devono essere previsti pianerottoli di riposo ogni 10-12 metri e in prossimità di cambi di direzione.

Sono previsti requisiti specifici per i materiali delle rampe?

Sì, i materiali delle rampe devono essere antiscivolo e resistenti alle intemperie. È fondamentale che la superficie della rampa offra una buona aderenza sia in condizioni asciutte che bagnate per evitare incidenti.

Come si calcola la lunghezza necessaria per una rampa?

La lunghezza di una rampa si calcola in base all’altezza del dislivello da superare e alla pendenza massima consentita. Ad esempio, per superare un dislivello di 60 cm con una pendenza dell'8%, la lunghezza della rampa sarà 60 cm / 0.08 = 750 cm (7.5 metri).

Quali sono le regole per l'inserimento dei corrimani sulle rampe?

I corrimani sono obbligatori su entrambi i lati della rampa e devono essere continui lungo tutta la lunghezza. Devono essere posizionati a un'altezza tra 85 cm e 95 cm dalla superficie della rampa e devono estendersi almeno 30 cm oltre l'inizio e la fine della rampa.

Le rampe possono avere curve o devono essere sempre rettilinee?

Le rampe possono avere curve, ma devono rispettare le stesse normative di pendenza e larghezza delle rampe rettilinee. Inoltre, devono essere previsti pianerottoli di riposo nei punti di cambio di direzione per garantire sicurezza e comfort agli utenti.

Cosa fare se non c'è spazio sufficiente per una rampa conforme alle norme?

Se lo spazio disponibile non è sufficiente per costruire una rampa conforme alle normative, è possibile considerare soluzioni alternative come ascensori o piattaforme elevatrici. Questi dispositivi devono anch'essi rispettare le normative di accessibilità e sicurezza.

Quali sono le principali normative italiane riguardanti le rampe per disabili?

In Italia, le principali normative che regolano le rampe per disabili sono il Decreto Ministeriale 236/1989 e il Decreto Legislativo 503/1996. Questi decreti stabiliscono i criteri di progettazione, costruzione e verifica delle rampe per garantire l'accessibilità a persone con disabilità.

Come devono essere illuminati i percorsi delle rampe?

Le rampe devono essere adeguatamente illuminate per garantire la sicurezza degli utenti, specialmente nelle ore notturne. L'illuminazione deve essere uniforme e senza abbagliamenti, con particolare attenzione agli ingressi e agli sbarchi delle rampe.

Quali controlli devono essere effettuati periodicamente sulle rampe?

Le rampe devono essere sottoposte a controlli periodici per verificare che la superficie sia antiscivolo, che i corrimani siano saldamente fissati e che l'illuminazione sia funzionante. Eventuali danni o usure devono essere riparati tempestivamente per mantenere la sicurezza e l'accessibilità della rampa.

 

Conclusioni

La progettazione e la costruzione di rampe per disabili non è una questione accessoria, ma cruciale nel consentire il superamento delle barriere architettoniche. La presenza delle rampe è una forma di rispetto, tutela della dignità delle persone con disabilità e accessibilità.

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