Notaio per affitto ramo d'azienda: tutto quello che c'è da sapere e come fare per richiedere una consulenza

07 Novembre 2025 - Redazione

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Notaio per affitto ramo d'azienda: tutto quello che c'è da sapere

Nel mondo dei traffici giuridici il notaio svolge sicuramente un ruolo di cruciale importanza. Il suo ministero, infatti, è quello di garantire la massima certezza nei traffici ed il suo ruolo primario è quello di ridurre al minimo i possibili conflitti che possono scaturire da un determinato atto giuridico. Non a caso, il legislatore ha deciso che per stipulare determinati contratti è necessario, a pena di nullità, ricorrere ad un Notaio. Tra di essi rientra anche il cosiddetto contratto di affitto d’azienda. Prima di analizzare le caratteristiche di questo peculiare contratto è necessario definire il concetto di azienda. La definizione è racchiusa nell’art. 2555 del codice civile, il quale la definisce come "l’insieme dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’attività economica". Comprende, dunque, le attrezzature, le scorte, le merci, le materie prime eccetera.

È poi doveroso precisare che l'imprenditore può alienare a terzi i beni che compongono l’azienda, l’intera azienda oppure un ramo d’azienda se presente. Si tratta, in estrema sintesi, dell’insieme di beni e rapporti giuridici che, pur entrando a far parte della medesima azienda, sono organizzati per l’esercizio di un’attività “sperata”.  Si pensi ad un’azienda specializzata nella produzione di un particolare bene che successivamente si specializza anche nel settore delle spedizioni. Ebbene, in questi casi l’imprenditore può alienare anche il singolo ramo dell’azienda.

                                         

Quanto costa un atto notarile per un affitto d'azienda

Il compenso del Notaio per un atto notarile potrebbe variare da zona a zona, tuttavia, l’aliquota da pagare su questo particolare rogito è pari al 3% sul canone pattuito; se l’azienda è di proprietà di una società o di un imprenditore che possiede altre aziende, però, le cose cambiano. In questi casi infatti si applica l’Iva con l’aliquota ordinaria e l’imposta di registro dovuta sarà pari a 200 €.

	lettera recesso contratto affitto ramo d'azienda    

Come funziona l'affitto di ramo d'azienda

L’affitto di ramo d’azienda è il contratto in forza del quale l’imprenditore, che può essere anche una persona giuridica, concede ad un soggetto la gestione temporanea del ramo d’azienda a fronte del pagamento di una somma mensile, il cosiddetto canone. Si tratta di uno strumento piuttosto utile sia per l’affittuario che per l’imprenditore considerando che quest ultimo riduce il suo rischio economico e riceve una somma mensile fissa. Viceversa, l’affittuario sfrutta tutte le conoscenze esistenti, il cosiddetto know how, e potrà servirsi di tutte quelle competenze acquisite dall’imprenditore nel settore di riferimento.

Per quanto riguarda il funzionamento nel dettaglio, l’affittuario subentra in tutti i contratti in corso, salvo quelli intuitu personae, e deve mantenere l’efficienza dell’azienda, ad esempio gli standard di produzione, non deve modificare la destinazione economica ed il concedente non può fare concorrenza all’affittuario per tutta la durata del contratto.

 

Iscrizione del contratto di affitto d’azienda nel Registro delle Imprese

I contratti d’affitto di azienda, o di ramo d’azienda che dir si voglia, devono quindi essere stipulati con atto pubblico ed il Pubblico Ufficiale, ovvero il Notaio, deve depositarli presso il registro delle imprese in cui è iscritto il concedente. In questo modo è possibile rendere edotti i terzi dell’avvenuta stipula. Viceversa, nel caso non dovesse procedervi il Notaio, sarà l’affittuario ad essere tenuto ad adempiervi ai sensi della L. 310/1993.

come affittare un ramo d'azienda   

Come si calcola il canone di affitto d'azienda

La dottrina ha individuato diverse modalità per determinare il canone di affitto dell’azienda, applicabili anche all’affitto del ramo d’azienda.

Il canone d’affitto d’azienda può essere determinato seguendo tre diversi metodi di calcolo, che conducono a risultati differenti ma coerenti tra loro.
Nel primo caso, basandosi sul capitale economico dell’azienda, si considera il valore complessivo di ciò che essa rappresenta sul mercato, pari a 1.000.000 di euro, applicando un tasso di remunerazione del 6%. In questo modo si ottiene un canone annuo di circa 60.000 euro, corrispondente a circa 5.000 euro al mese. Si tratta di un approccio che misura la redditività attesa dal capitale investito.

Il secondo metodo è di tipo patrimoniale e viene spesso utilizzato quando l’affitto è stabilito nell’ambito di una procedura fallimentare. In questo caso si parte dal valore patrimoniale netto dell’azienda, ipotizzato in 700.000 euro, e si applica un tasso del 4%, inversamente proporzionale alla deperibilità delle componenti immateriali. Il risultato è un canone annuo di 28.000 euro, ovvero circa 2.330 euro al mese. È una valutazione più prudente, poiché tiene conto del consumo e della perdita di valore dei beni aziendali nel tempo.

Infine, secondo il metodo del valore d’uso, il canone si collega direttamente all’utile operativo che l’azienda è in grado di generare. Se si stima un utile annuo di 150.000 euro e si applica un tasso del 40%, si ottiene nuovamente un canone annuo di 60.000 euro. In questo caso, l’affitto riflette la capacità dell’impresa di produrre reddito e la quota di tale reddito ritenuta congrua come remunerazione per chi concede l’azienda in gestione.

Complessivamente, i tre approcci forniscono valori che oscillano tra i 28.000 e i 60.000 euro annui, definendo un intervallo considerato congruo in base alla redditività normale del settore. Nella pratica, il perito o il consulente incaricato sceglierà la cifra più appropriata in relazione alla solidità economica dell’azienda, alla durata del contratto e alle prospettive di rendimento, così da individuare un canone che sia sostenibile per l’affittuario e remunerativo per il concedente.

Valori di riferimento: capitale economico €1.000.000, valore patrimoniale €700.000, utile operativo €150.000.
Metodo Base di calcolo Tasso usato Canone annuo stimato
Capitale economico € 1.000.000 6% € 60.000
Patrimoniale € 700.000 4% € 28.000
Valore d'uso utile annuo € 150.000 40% € 60.000
 

Notaio per affitto ramo d'azienda

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