Dichiarazione rispondenza impianto elettrico: cose'è e come procedere

09 Aprile 2025 - Redazione

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Oggigiorno tutti gli impianti domestici, e tra questi quello elettrico, hanno l’obbligo di sottostare a specifiche norme di riferimento che ne dettano caratteristiche e funzionalità: è in questo contesto che si inseriscono il certificato di conformità dell'impianto elettrico e la dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico, dei quali abbiamo deciso di chiarire i tratti salienti e le differenze, sottolineando pure come fare per ottenere il certificato di conformità dell'impianto elettrico o in sua vece la dichiarazione di rispondenza dell’impianto e quando è necessario esibire l’uno o l’altro.
  Cos'è la dichiarazione di rispondenza di un impianto elettrico

La dichiarazione di rispondenza è un documento tecnico redatto da un elettricista qualificato, che attesta la conformità di un impianto elettrico esistente alle normative vigenti, in particolare al Decreto Ministeriale 37/2008.

Si tratta di una vera e propria relazione, rilasciata a seguito di una verifica accurata dell’impianto, che può essere richiesta quando non è più disponibile il certificato di conformità originale. È uno strumento normativo introdotto per colmare il vuoto documentale degli impianti realizzati prima del 2008 o per situazioni in cui la documentazione originaria è andata smarrita.

La dichiarazione di rispondenza non è solo una formalità burocratica, ma rappresenta una garanzia concreta che l’impianto sia sicuro, efficiente e realizzato secondo i criteri previsti dalla legge. In particolare, il documento certifica che le dotazioni presenti – come interruttori differenziali, sistemi di messa a terra e dispositivi di protezione – siano correttamente installate e perfettamente funzionanti.

  Differenze tra certificato di conformità e dichiarazione di rispondenza

È fondamentale distinguere la dichiarazione di rispondenza dal certificato di conformità, poiché i due documenti, seppur simili nella funzione, rispondono a situazioni differenti e hanno origine da percorsi diversi. Il certificato di conformità viene emesso contestualmente alla realizzazione di un nuovo impianto o in seguito a un intervento di adeguamento importante.

Deve essere redatto dall’impresa installatrice e accompagnato da una serie di allegati tecnici obbligatori, tra cui lo schema dell’impianto, le planimetrie e la relazione sui materiali utilizzati.

La dichiarazione di rispondenza, invece, entra in gioco quando il certificato non è disponibile, ed è applicabile solo agli impianti realizzati prima del 2008. Viene redatta da un elettricista esperto dopo aver effettuato verifiche tecniche accurate, sia visive che strumentali, ed è pensata per regolarizzare impianti esistenti che, pur funzionanti, necessitano di essere certificati per motivi legali, amministrativi o di sicurezza.

Aspetto Certificato di Conformità Dichiarazione di Rispondenza
Quando si rilascia In fase di realizzazione di un nuovo impianto o dopo un intervento di adeguamento importante Quando il certificato di conformità non è disponibile, per impianti realizzati prima del 2008
Chi lo rilascia L’impresa installatrice che ha eseguito i lavori Un elettricista abilitato con almeno 5 anni di esperienza
Validità temporale Immediata e riferita al momento dell’installazione Rilasciata a posteriori, dopo opportune verifiche tecniche
Contenuti obbligatori Dati dell’impianto, planimetrie, schema elettrico, materiali utilizzati, firma e timbro Dati dell’impianto, esito delle verifiche, relazione tecnica, firma e timbro del tecnico
Tipologia di verifica Nessuna (è relativa all’installazione appena conclusa) Visiva e strumentale, per accertare la conformità dell’impianto esistente
Normativa di riferimento Decreto Ministeriale 37/2008 Decreto Ministeriale 37/2008
Finalità principale Attestare la conformità di un impianto appena realizzato Regolarizzare un impianto esistente privo di certificazione
  Quando serve la dichiarazione di rispondenza

La dichiarazione di rispondenza è necessaria in molteplici situazioni pratiche e legali, soprattutto quando si tratta di certificare un impianto elettrico esistente in mancanza del certificato di conformità originario.

È obbligatoria, ad esempio, in caso di compravendita di un immobile, poiché l’acquirente ha diritto a ricevere garanzie sulla sicurezza e regolarità degli impianti presenti. Lo stesso vale nel caso di una locazione: il proprietario è tenuto a fornire una documentazione tecnica idonea che attesti la conformità dell’impianto alle normative vigenti.

Anche per ottenere l’agibilità di un locale commerciale, per richiedere l’allaccio di una nuova utenza o per effettuare modifiche strutturali all’immobile, la presenza della DiRi diventa indispensabile. In sostanza, ogni volta che un impianto esistente deve essere regolarizzato a livello normativo e non si dispone della documentazione originaria, la dichiarazione di rispondenza rappresenta l’unica via legale per certificare la sicurezza dell’impianto.

  Chi può rilasciare la dichiarazione di rispondenza

Il rilascio della dichiarazione di rispondenza è subordinato a requisiti molto precisi, stabiliti dalla legge. A poter redigere il documento è esclusivamente un elettricista abilitato, ovvero un tecnico iscritto alla Camera di Commercio come impiantista e in possesso dei requisiti tecnico-professionali richiesti dal DM 37/2008. Inoltre, è indispensabile che il professionista abbia maturato almeno cinque anni di esperienza nel settore specifico degli impianti elettrici.

Questo criterio è stato introdotto per garantire che il tecnico incaricato della verifica abbia le competenze necessarie per valutare la sicurezza e la conformità di impianti anche datati o realizzati con tecnologie differenti rispetto a quelle attuali.

Non possono invece rilasciare la DiRi tecnici privi di abilitazione, imprese sprovviste dei requisiti o professionisti che non possano dimostrare l’esperienza richiesta.

  Come si ottiene la dichiarazione di rispondenza

Per ottenere la dichiarazione di rispondenza è necessario incaricare un elettricista qualificato, che procederà a effettuare un sopralluogo tecnico presso l’immobile per analizzare in dettaglio lo stato dell’impianto elettrico.

La verifica si articola in due fasi principali: un’ispezione visiva e un controllo strumentale. Durante la prima fase vengono esaminati tutti gli elementi visibili dell’impianto, come i quadri elettrici, le prese, gli interruttori e i dispositivi salvavita, con lo scopo di verificarne la presenza, la corretta installazione e l’integrità.

Successivamente, si procede con una serie di test tecnici eseguiti con strumenti professionali: viene controllato il funzionamento degli interruttori differenziali, misurata la continuità elettrica dei conduttori, verificata la messa a terra, valutata la resistenza di isolamento dei cavi e rilevata l’efficienza del sistema di protezione. Solo se tutti i controlli risultano positivi, il professionista può compilare e firmare la dichiarazione, che assume pieno valore legale.

  Contenuti della dichiarazione di rispondenza

La dichiarazione di rispondenza è un documento tecnico articolato, che deve contenere informazioni dettagliate sull’impianto, sul suo stato di conservazione e sugli esiti dei test effettuati.

All’interno del documento devono essere inclusi i dati identificativi dell’immobile, la descrizione dei componenti principali dell’impianto, la potenza installata, la dislocazione degli elementi nei vari ambienti, l’indicazione della presenza di dispositivi di protezione e sicurezza e, se disponibili, le planimetrie aggiornate. È inoltre richiesta l’indicazione del nominativo del tecnico che ha effettuato la verifica, con firma, timbro e numero di iscrizione alla Camera di Commercio.

Nel caso in cui le planimetrie originali non siano più disponibili o non siano aggiornate rispetto alla configurazione attuale dell’impianto, il tecnico potrà integrare la documentazione con un nuovo schema redatto a seguito dei rilievi effettuati sul posto. Questo consente di offrire una rappresentazione realistica e aggiornata della situazione impiantistica.

  Cosa succede se l’impianto non è a norma

Nel caso in cui, durante le verifiche tecniche, emergano criticità o elementi non conformi alla normativa vigente, il tecnico non potrà procedere con il rilascio della dichiarazione di rispondenza. In queste situazioni, è necessario eseguire un intervento di adeguamento dell’impianto, finalizzato a riportarlo in condizioni di sicurezza e conformità.

Il professionista elaborerà un progetto tecnico che includerà l’elenco degli interventi da eseguire, un computo metrico dei materiali e delle lavorazioni, eventuali aggiornamenti delle planimetrie e tutte le specifiche tecniche utili alla realizzazione del nuovo impianto o alla modifica di quello esistente.

Solo dopo l’esecuzione dei lavori e il superamento di una nuova verifica sarà possibile rilasciare il documento. È importante sottolineare che, secondo il DM 37/2008, gli impianti installati prima del 13 marzo 1990 possono essere considerati a norma se dotati di almeno due requisiti fondamentali: un interruttore differenziale funzionante e un sistema di protezione adeguato.

Tuttavia, anche in questi casi, è necessario che un tecnico verifichi l’effettiva presenza di tali requisiti e rediga la documentazione che ne attesti la regolarità.

    E quanto costa il rilascio della dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico?

Dipende da diversi parametri, come la metratura dell'immobile, il computo metrico dell'impianto elettrico, il numero e la tipologia di diramazioni presenti, etc.
 
Il comportamento più opportuno resta sempre quello di chiedere diversi preventivi di spesa, stando però attenti a comparare esclusivamente quelli forniti da elettricisti professionisti abilitati, gli unici legittimati al rilascio della dichiarazione di rispondenza dell’impianto elettrico: se dunque state cercando un esperto in materia di impiantistica elettrica sottolineate chiaramente la vostra necessità quando compilate il nostro form di contatto
 
 
 
 
 
 
 
 

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