Cosa sono le residenze e le strutture protette e in che maniera tutelano e accolgono anziani non autosufficienti

13 Aprile 2023 - Redazione

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Case protette: definizione e normativa vigente

Le residenze protette per anziani sono strutture che offrono alloggio, assistenza e cure, anche in caso di mancata autosufficienza qualora i soggetti non abbiano la possibilità di essere assistiti nel proprio ambito familiare e necessitino di cure generiche.

Queste strutture sono progettate per offrire un ambiente confortevole e sicuro per gli anziani che non possono vivere da soli e richiedono assistenza quotidiana. Per accedere alle residenze protette per anziani è necessario contattare l'ente locale responsabile dei servizi sociali o della persona o della famiglia interessata.

In genere, i posti disponibili non superano i 30 e richiedono il versamento di una retta, stabilita dalla struttura stessa.

 

Cosa sono le residenze e le strutture protette e in che maniera tutelano e accolgono anziani non autosufficienti

Le case protette per anziani sono definite a livello normativo come strutture residenziali che offrono assistenza e cure, ma che tuttavia non possiedono lo status di "strutture sanitarie".

Ciò significa che non sono autorizzate a fornire cure mediche specializzate, ma possono offrire assistenza quotidiana in diversi ambiti, tra i quali figurano:

  • La gestione e l'assunzione dei farmaci;
  • La cura e l'igiene personale;
  • La supervisione medica;
  • La pulizia degli ambienti;
  • La preparazione dei pasti;
  • L'attività fisica ed il mantenimento di una corretta mobilità motoria
  • La partecipazione a programmi sociali e ricreativi

Inoltre, molte case protette per anziani offrono servizi aggiunti come la gestione delle finanze, l'assistenza nell'organizzazione di appuntamenti medici e la fornitura di servizi di trasporto.

In generale comunque i servizi offerti dalle case protette per anziani sono progettati per garantire che gli anziani possano vivere in maniera indipendente e sicura ma sempre con il supporto necessario per poter mantenere un'alta qualità della vita.

fisioterapia anziani  

Case protette: definizione e normativa vigente

La scelta di una casa protetta per anziani va effettuata con cura e attenzione, guardando a molteplici fattori, tra i quali la carta dei servizi offerti e la documentazione attestante il rispetto delle normative nazionali e regionali vigenti in ambito socio-sanitario.

Questo perchè, in particolare con le Finanziarie del 2007 e del 2012, alle Regioni è stata delegata la possibilità di creare degli assetti normativi specifici.

A seguito di questa scelta, ogni regione ha compiuto degli ulteriori passi avanti principalmente per quanto riguarda innanzitutto la messa a punto delle autorizzazioni necessarie per la realizzazione e l'apertura di strutture dedicate all'ambito socio-sanitario, che conferisce a soggetti privati e pubblici il titolo di poter esercitare attività sanitarie, e secondariamente per quanto riguarda l'accreditamento istituzionale, che riconosce alle strutture il titolo di poter erogare servizi sanitari per conto del SSN e che a livello locale e regionale è assolutamente indispensabile perché la struttura possa stipulare accordi contrattuali con la Pubblica Amministrazione.

D'altronde, la normativa in merito è sempre stata “copiosa”, con molteplici leggi e decreti susseguitisi negli anni al fine di definire al meglio la funzione delle case protette per anziani.

Una prima nota a cui fare riferimento risale al 1994 quando l’allora Ministro della Sanità, Maria Pia Garavaglia, trasmise le Linee Guida sulle residenze sanitarie assistenziali, dalle quali si evinceva che le case protette per anziani, anche dette RSA, in primo luogo svolgono un ruolo differente rispetto a case di riposo o case albergo, che si occupano invece di lungodegenza, riabilitazione e residenza.

Secondariamente, le RSA sono gestite da appositi accordi territoriali che coinvolgono U.L.S., privati, associazioni senza scopo di lucro e di volontariato, ed infine  assolvono compiti di assistenza di medio livello, che quindi prevedono attività mediche, di assistenza e riabilitative.

Le differenze tra RSA e strutture riabilitative, sia in merito agli aspetti strutturali che organizzativi, si evincono ancor meglio nella legge n. 67 del 1988 e nel DPCM del 22/12/1989, che specifica organizzazione, spazi e servizi delle RSA, precisando come queste debbano necessariamente disporre di precise aree, quali: 

  • Aree abitative con posti letto;
  • Area soggiorno;
  • Sala pranzo;
  • Servizi igienici;
  • Sala medica;
  • Aree per biancheria e attrezzature;
  • Mensa;
  • Ufficio amministrativo.

Questi spazi, come precisato proprio dal DPCM del 1989, non devono essere pensati tanto per garantire la massima autosufficienza degli ospiti, quanto per preservare la loro sicurezza.

 

Servizi offerti dalle case protette

Le residenze per anziani offrono una vasta gamma di servizi in termini di attività quotidiane e ricreative, progettate per garantire che gli ospiti possano mantenere un alto livello di autonomia, socializzazione e divertimento.

Innanzitutto, servizi di assistenza quotidiana come la preparazione dei pasti, la pulizia delle stanze e l'assistenza nella cura personale, tra cui il bagno, la vestizione e la cura dei capelli e delle unghie. Servizi che aiutano quindi la persona a mantenere un ambiente pulito e confortevole e a sentirsi sicura e curata.

L’offerta include poi servizi di assistenza sanitaria e di gestione dei farmaci prescritti dai medici, oltre all'assistenza nella gestione di eventuali problemi di salute normali ad un certo stadio della vita, come la pressione alta o il diabete.

Ancora è compresa un'ampia gamma di attività ricreative, sociali e culturali, che possono includere, a seconda dei casi, corsi di ginnastica leggera, passeggiate, attività artistiche e artigianali, letture di gruppo, incontri con esperti di argomenti di interesse, giochi e tornei, e anche momenti di intrattenimento come concerti o spettacoli teatrali; tutte queste attività sono progettate per mantenere gli anziani attivi, socialmente impegnati e divertiti.

Inoltre, molte strutture offrono programmi di volontariato e occasioni di servizio alla comunità, che donano alla persona l'opportunità di continuare a sentirsi utile, contribuendo alla società, anche quando non è più possibile lavorare a tempo pieno.

Infine, le residenze per anziani offrono servizi di trasporto e accompagnamento agli appuntamenti medici e alle attività esterne, come il supermercato o la chiesa, al fine di mantenere indipendenza e libertà di movimento senza dover dipendere da parenti o amici per le esigenze quotidiane.

casa anziani
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Quali figure lavorano e forniscono assistenza all'interno delle case protette

Premesso che non esiste una normativa nazionale che definisca le figure professionali necessarie e gli standard minimi del personale occorrente nelle RSA, le figure professionali che vi si possono trovare sono molte, tra cui rientrano:

  • Addetti ai servizi generali
  • Amministrativi
  • Animatori
  • Assistenti domiciliari
  • Assistenti sociali
  • Dietisti
  • Educatori
  • Fisiatri
  • Fisioterapisti
  • Geriatri
  • Infermieri
  • Logopedisti
  • Medici
  • Operatori socio assistenziali
  • Operatori tecnici assistenziali
  • Personale ausiliario
  • Psicologi
  • Terapisti occupazionali
.

Esistono, come abbiamo anticipato, alcune leggi regionali a riguardo, e ciò motiva anche le attuali consistenti differenze esistenti tra una realtà e l’altra, a cui bisogna sommare anche le differenze derivanti dalla tipologia della struttura, dalle sue dimensioni, dal tipo di prestazioni erogate e dai modelli assistenziali adottati.

medico anziani  

A chi sono destinate le case protette

Le RSA, come abbiamo anticipato, sono strutture destinate ad accogliere, temporaneamente o permanentemente, anziani non autosufficienti di grado medio ed elevato che non necessitano di specifiche prestazioni ospedaliere.

Nel caso di strutture convenzionate si accede previa richiesta indirizzata all’assistente sociale del comune di residenza; per le strutture private la richiesta va effettuata direttamente alla direzione.

In alternativa comunque, la proposta di ricovero può essere avanzata dal medico di base, dall'ASL o dal primario dell'ospedale.

Alla richiesta segue poi l’attivazione dell’Unità di Valutazione Geriatrica (U.V.G) che fa domanda al CAD, ossia il Centro Assistenza Domiciliare, di predisporre un programma assistenziale personalizzato.

Una volta ottenuta autorizzazione, il soggiorno ha durata variabile, che può andare da 60 giorni nel caso in cui il livello assistenziale individuato fosse intensivo, a 90 giorni in caso di Mantenimento Alto e fino a 120 giorni in caso di Mantenimento basso.

Scaduti i 60,90 o 120 giorni viene effettuata una nuova valutazione in seguito alla quale si opta per le dimissioni piuttosto che per il prosieguo della degenza in struttura.

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Quali sono le differenze tra le strutture che si occupano di anziani?

Residenza per anziani, RSA, casa di riposo, casa albergo, comunità alloggio, centro diurno: l’offerta è davvero ampia, e non sempre orientarsi è semplice, anche perché la delega regionale di parte del quadro normativo favorisce una certa confusione dovuta tanto alle diverse denominazioni, quanto alla questione di tariffe e standard richiesti, piuttosto variabili da regione a regione.

Tentiamo allora di fare chiarezza.

RSA Casa di riposo R.S.S.A.
Le Residenze Sanitarie Assistenziali, sono state inaugurate a metà degli anni novanta: si tratta di strutture non ospedaliere a carattere sanitario, che ospitano a tempo determinato o indeterminato persone non autosufficienti che necessitano di cure specialistiche e di un’articolata assistenza sanitaria. Le RSA non si rivolgono a pazienti con patologie acute come possono fare invece ospedali e case di cura, e nemmeno ad anziani parzialmente autosufficienti, destinati invece alle case di riposo. È un alloggio multi-residenza destinato agli anziani almeno parzialmente autosufficienti: al suo interno ogni persona o coppia possiede una stanza arredata, mentre restano condivise le zone adibite ai pasti, e alla ricreazione, oltre ad essere fornita una qualche forma di assistenza sanitaria o hospice. Nelle strutture pubbliche o convenzionate, l’accesso avviene tramite presentazione di una richiesta all’Ufficio dei Servizi Sociali del comune di residenza, con successiva visita presso l’U.V.G., durante la quale vengono valutate le condizioni di salute del futuro ospite e la  conseguente attesa del posto letto tramite graduatoria. La retta corrisposta dall’ospite è relazionata al reddito. Di contro, nelle strutture private l’accesso avviene semplicemente per richiesta e corresponsione della retta stabilita dalla struttura stessa Una Residenza Sociosanitaria Assistenziale per anziani fornisce servizi socio assistenziali ad ultra-sessantaquattrenni con gravi deficit psico-fisici e persone affette da demenze senili morbo di Alzheimer e demenze correlate, anche se di età inferiore ai 64 anni, non necessitanti di prestazioni sanitarie complesse ma incapaci di condurre una vita autonoma e non assistibili a domicilio, affetti da patologie croniche, con livelli di recuperabilità dell’autonomia limitati e per le quali vengono organizzati interventi di tipo assistenziale e socio-riabilitativo a elevata integrazione socio-sanitaria.

Sommando i bisogni di salute e di azioni di protezione sociale di un soggetto, si ottiene la prestazione sociosanitaria di cui si necessiterà, calibrata sul singolo attraverso percorsi assistenziali integrati.

Detto intervento comprende:

  1. Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale: cioè quelle finalizzate alla promozione della salute, alla prevenzione, all'individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite e acquisite contribuendo, per quanto possibile, alla preservazione della socialità. Tra questi interventi rintrano il sostegno e la promozione a favore dell'infanzia, dell'adolescenza e delle responsabilità familiari, il contrasto alla povertà per quei cittadini privi di lavoro e reddito a causa di limitazioni personali o sociali, il sostegno e l'aiuto familiare al fine di consentire alle persone non autosufficienti la permanenza nel proprio domicilio, l'ospitalità presso strutture residenziali e semiresidenziali di adulti e anziani che non possano essere assistiti a domicilio e non autonomi e l'agevolazione dell'inserimento sociale di soggetti affetti da disabilità o patologia psicofisica e da dipendenza, fatto salvo quanto previsto dalla normativa vigente in materia di diritto al lavoro dei disabili.
  2. Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria: cioè gli interventi sociali a supporto del soggetto in stato di emarginazione conseguente a disabilità.
Le prestazioni socio-sanitarie possono essere anche di lungo periodo, e i progetti personalizzati, le cui modalità e criteri di definizione sono disciplinati dalle singole Regioni, sono redatti sulla scorta di valutazioni multidimensionali.
 

Costi medi delle case protette, suddivisi per area geografica

Per quanto riguarda il costo delle case protette, in altre parole la retta da versare, questo dipende da diversi fattori, primo fra tutti il reddito.

Se l’ISEE non raggiunge i 20.000 € infatti, è il Comune di residenza a farsi carico di una parte dell’onere economico, mentre qualora il reddito superasse tale soglia, i costi sono interamente a carico del paziente.

Altro discrimine è il grado di non autosufficienza: qualora questo fosse certificato come grave, saranno chiamati ad intervenire sia il Servizio Sanitario Nazionale a copertura di tutte le spese mediche, che il Comune che copre le spese alimentari e i servizi di pulizia.

Nel caso in cui la disabilità invece non fosse definita grave, ai parenti spetterà una parte delle spese.

Due sono le metriche adoperate per stabilire le tariffe dell’assistenza residenziale:

  1. La tariffa per giornata di degenza: è il sistema più semplice e maggiormente usato in Italia, ma anche il più grossolano, giacché prevede una tariffa uguale per tutti indipendentemente dalle condizioni e dalle necessità assistenziali del paziente
  2. La tariffa giornaliera per caso trattato: prevede una differente modulazione in base al livello assistenziale erogato.

La prestazione residenziale non dovrebbe essere interpretata come una soluzione definitiva e statica, ma come suscettibile nel tempo di cambiamenti del bisogno, verificati dalle valutazioni periodiche nella prospettiva sempre valida ed imperante di recuperare le condizioni di assistibilità a domicilio.

Sono le regioni che quantificano queste tariffe, oltre alla percentuale di esse in capo alla sanità e quelle spettanti al settore sociale.

Proprio per questo, per poter fare una comparazione a livello regionale, è necessario bypassare le differenze terminologiche che sussistono.

Alcune infatti, pur non definendosi Residenza protetta o Casa protetta per anziani sono in sostanza compatibili coi compiti da esse svolti; altre rientrano in Regioni che non hanno previsto le Residenze protette nel loro territorio, mentre altre ancora insistono in Regioni che non hanno stabilito le tariffe delle Residenze protette, limitandosi alla sola contribuzione sanitaria e lasciando alle strutture la libertà di fissare l’importo complessivo della tariffa.

Anno Regione Tipologia Tariffa regionale Quota sanitaria % quota sanitaria sulla tariffa
2016 Molise Case protette 56 28 50
2012 Puglia Residenza sociale assistenziale 62,51 31,26 50
2014 Marche Residenza protetta 66,51 - 74,76 33,51 50,3 - 44,8
2014 Abruzzo Residenze assistenziali 70,75 35,37 50
2013 Friuli V.G. Residenza protetta 75 29 38,7
2012 Liguria Residenza protetta lungo-assistenza 70,71 28,71 40,6
2012 Sicilia Residenza protetta 80 40 50
2010 Umbria Residenza protetta 87,20 43,50 49,9
2013 Lazio Strutture di mantenimento 98,4 49,02 49,8
2015 Calabria Casa protetta 119,91 59,95 50
2019 Sardegna Casa protetta 116 58 50
2010 Piemonte Casa protetta con media intensità di assistenza 40    
2014 Toscana Casa protetta con bassa intensità di assistenza 33,60    
2009 Veneto I livello 49    

I risultati:

  • MEDIA DELLA TARIFFA: 90,46
  • % DELLA QUOTA SANITARIA SULLA TARIFFA: 48,2
Tutte le regioni hanno adottato il sistema della tariffa per giornata di degenza; unica eccezione l’Emilia Romagna.

La media giornaliera delle tariffe ammonta quindi a 90,46€ pur con variazioni enormi fra una regione e l’altra.

La variabilità è dovuta in larga parte ai costi del personale, dal momento che le regioni hanno stabilito degli standard assistenziali diversi e quindi una presenza differente del personale in servizio, ma un elemento preponderante è l’iter attraverso cui si è giunti alla determinazione delle tariffe: non tanto un’analitica valutazione dei costi, ma una contrattazione con i soggetti gestori, per non dire che, in più di un caso, si è trattato di veri e propri errori di valutazione.

Come detto, gli oneri sono ripartiti fra l’ASL, per quanto riguarda la quota sanitaria, e l’utente per ciò che concerne la quota sociale ed alberghiera, a meno di redditi insufficienti nel qual caso subentra il comune di residenza dell’utente.

La quota sanitaria è pari al 50% del costo complessivo, che come detto ammonta in media a 90,46 €, parliamo dunque di circa 40,65 € al giorno. 

Il confronto delle tariffe delle Residenze protette per anziani non autosufficienti con quelle delle RSA fa emergere un dato interessante: anche se le RSA e le Residenze protette hanno un costo diverso, la quota sociale-alberghiera a carico del paziente rimane sostanzialmente uguale nelle due strutture.

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Il principio della ripartizione geografica, che è il più logico in questo caso, viene adoperato anche da Quotalo.it, la nostra piattaforma specializzata nell’incrocio tra domanda e offerta, che garantisce di poter trovare il servizio di cui si necessita in tempi brevissimi e senza alcuna fatica. Se quello che state cercando è una struttura residenziale per anziani della vostra zona che possa fornirvi un preventivo o anche solo una consulenza senza impegno, sarà sufficiente compilare il nostro form dedicato, e vi aiuteremo passo per passo a trovare la soluzione ideale per i vostri cari.

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