Permessi sindacali: cosa sono e chi può usufruirne

14 Maggio 2018 - Redazione

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Dopo aver parlato dei "Permessi per cariche elettive”ci soffermeremo sulla trattazione dei permessi sindacali, non senza aver sottolineato la differenza che intercorre tra RSA e RSU, due organismi di rappresentanza sindacale per i lavoratori dipendenti sia pubblici che privati: la “Rappresentanza Sindacale Unitaria” viene eletta da tutti i lavoratori presenti in azienda, esprime e tutela i diritti generali dei lavoratori e partecipa alla contrattazione aziendale, le RSA (“Rappresentanza Sindacale Aziendale”) invece sono elette dagli iscritti ad un particolare sindacato, tutelano i soli iscritti e non partecipano alla contrattazione.


Ora, a proposito dei permessi sindacali, sia i dirigenti delle RSA che delle RSU hanno diritto ad assentarsi dal lavoro per svolgere le funzioni connesse al loro ruolo sia tramite permessi retribuiti che non retribuiti.


Quanti sono i dirigenti che possono godere di permessi retribuiti all’interno di un’azienda?
Dipende dalla sua grandezza: fino a 200 dipendenti il dirigente è unico; fino a 3000 figura un dirigente ogni 300 dipendenti, e uno ogni 500 in caso di realtà produttive con più di 3000 dipendenti.


Come si concretizzano i permessi sindacali?
Nel primo caso (200 dipendenti) con un'ora all'anno di permesso retribuito, negli altri sono previste 8 ore mensili.


La condizione necessaria per fruire dei permessi sindacali retribuiti è che il dirigente sindacale comunichi al datore di lavoro la sua assenza per assolvere alle funzioni di rappresentanza, partecipazione a trattative, organizzazione, etc., almeno 24 ore prima del fatto.


Per quanto concerne invece i permessi non retribuiti riconosciuti per la partecipazione a trattative sindacali o a congressi/convegni di natura sindacale essi ammontano a non meno di 8 giorni all'anno, ma vanno comunicati almeno 3 giorni.


Di solito sono gli stessi richiedenti a scegliere tra i due tipi di permessi.


Il monte ore annuo della RSU:
  • nei comparti Funzioni locali e Sanità è pari a 30 minuti per dipendente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato in servizio presso l’ente, per cui, ipotizzando che nell’ente XXX lavorano 588 dipendenti di ruolo a tempo indeterminato, 10 dipendenti di altri enti in posizione di comando, 2 di altri enti in posizione di fuori ruolo, 20 con rapporto di lavoro a tempo determinato, bisogna conteggiare un totale di 600 dipendenti; il monte ore complessivo della RSU sarà pari a: 30 minuti x 600 dipendenti = 18.000 minuti 18.000 minuti : 60 = 300 ore
  • nei comparti Funzioni Centrali, Istruzione e Ricerca il monte ore è pari a 25 minuti e 30 secondi per dipendente con rapporto di lavoro a tempo indeterminato, per cui alle stesse condizioni dell’esempio precedente, qualora si trattasse del comparto Funzioni Centrali o Istruzione e ricerca, il monte ore sarà pari a: 25 minuti e 30 secondi x 600 dipendenti = 15.300 minuti 15.300 minuti : 60 = 255 ore.


Ma cosa accade se un lavoratore viene licenziato per la propria appartenenza sindacale?
Si tratta di un licenziamento discriminatorio ovverosia rientrante nella fattispecie di tutte le interruzioni di lavoro fondate su un motivo di carattere politico, razziale, religioso, di lingua, di sesso o di orientamento sessuale, e per questo “vietate” dalla legge.
Dunque, se doveste malauguratamente imbattervi in una situazione del genere, il consiglio è di affidarvi ad un avvocato del lavoro capace ed esperto, come quelli che hanno voluto prendere parte alla nostra piattaforma, e che voi potrete contattare velocemente, facilmente e senza impegno.

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