Avvocato per ricorso contro intimazione di pagamento e cartella esattoriale
17 Novembre 2025 - redazione
Avvocato per ricorso contro intimazione di pagamento e cartella esattoriale
L’intimazione di pagamento è un atto con cui l’agenzia delle entrate sollecita il contribuente a saldare un debito, nascente da un precedente contributo esattoriale non riscosso e comunicate mediante le cartelle esattoriali notificate al domicilio.
L’intimazione non avviene subito, ma sorge dopo un periodo di inattività da parte dell’agenzia e dello stesso contribuente. La cartella esattoriale è invece il documento con cui si indica la somma da pagare e il periodo entro il quale questa deve essere saldata, in genere entro 60 giorni.
Nel caso in cui sorga l’intimazione di pagamento é quanto mai opportuno rivolgersi al proprio avvocato di fiducia.
- Indice contenuti
- Cos’è un’intimazione di pagamento
- Quando fare ricorso
- Come presentare il ricorso
- Vantaggi di un ricorso con supporto legale
- Come trovare l'avvocato giusto
Cos’è un’intimazione di pagamento
L’intimazione di pagamento é l’atto esecutivo che precede l’esecuzione forzata da parte dell’agenzia delle entrate per chiedere l’adempimento della cartella esattoriale. Trattandosi di una fase successiva e non iniziale di adempimento é mediante questa che l’agenzia chiede di pagare in tempi celeri al contribuente.
Il debito é quindi già noto e riferito ad anni precedenti a quello della notifica contenere la intimazione di pagare. L’intimazione pertanto potrebbe contenere anche interessi maggiorati per il ritardo rapportati al periodo di prima notificazione.
Mentre per la cartella esattoriale i tempi sono dilatati in 60 giorni, e costituiscono il primo atto esecutivo, i tempi dell’adempimento dell’esecuzione sono ristretti e non ammettono deroghe particolari, e sono quantificati in 5 giorni, che, se decorsi, costituiscono già titolo esecutivo per passare alla fase coattiva e forzata della riscossione.
Il mancato pagamento nel suddetto termine può portare a conseguenze spiacevoli che consistono in eventuali pignoramenti di conto corrente, pignoramenti su beni mobili, fermi amministrativi su automobili e moto o iscrizioni ipotecarie.
Quando fare ricorso
Quando si riceve una cartella esattoriale o un intimazione di pagamento non tutto è perduto: esistono infatti alcuni accorgimenti o strumenti da poter utilizzare per fare valere le proprie legittime ragioni.
Nulla vieta che un pagamento di una cartella esattoriale sia effettuato in ritardo, in tal modo l’erario non può rifiutare il pagamento, e non può rifiutarlo neanche se parziale.
Il pagamento parziale della somma può consentire di abbassare la soglia del debito ed escludere alcune procedure di riscossione coattiva, che possono evitare l’iscrizione ipotecaria e il successivo pignoramento del bene immobile. Il pagamento parziale, infatti, consente di far abbassare la soglia del debito e rientrare nei parametri entro i quali l’immobile non può essere aggredito.
Altra ipotesi che si potrebbe verificare é quella in cui gli importi indicati nella cartella esattoriale siano errati, pertanto presentino degli errori materiali da parte della stessa agenzia.
Altri errori possono consistere nella mancata indicazione della stessa cartella esattoriale di dati necessari, come il codice fiscale, gli importi, i termini per l’adempimento La mancata indicazione di questi dati possono portare al conseguente ricorso e annullamento della cartella e dei relativi importi contenuti, e se corrisposti, del relativo rimborso pecuniario.
Come presentare il ricorso
Il contribuente che ritiene infondato l’addebito deve presentare ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria di primo grado entro 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento.
Se ritiene di poter subire gravi danni dal pagamento effettuato prima che la Corte di Giustizia Tributaria di primo grado si pronunci, può presentare istanza di sospensione alla stessa Corte (sospensione giudiziale) oppure, anche contemporaneamente, all’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che ha emesso il ruolo (sospensione amministrativa).
Se la sospensione è concessa e poi il ricorso è respinto, il contribuente deve pagare gli interessi maturati durante il periodo di sospensione del pagamento.
Se il valore della controversia non è superiore a 3.000 euro, il contribuente può stare in giudizio senza assistenza tecnica. In questo caso, la notifica del ricorso può avvenire anche in forma cartacea tramite la consegna presso l’Ufficio, l’invio tramite posta raccomandata (senza busta e con avviso di ricevimento) oppure tramite ufficiale giudiziario.
Per le controversie di valore superiore a 3.000 euro, invece, è obbligatoria l’assistenza di uno dei difensori individuati dall’articolo 12 del D.Lgs. n. 546 del 1992.
La notifica del ricorso all'ente impositore da parte del ricorrente deve avvenire a mezzo PEC ) secondo le disposizioni contenute nel processo tributario telematico (PTT).
Tale obbligo, invece, non sussiste per i soggetti che non si avvalgono della difesa tecnica nelle cause di valore inferiore ai 3.000,00 euro. In tali ipotesi le notifiche sono eseguite ai sensi dell’articolo 16 del D. Lgs. n° 546/1992.
Dopo la notifica del ricorso all’Ufficio, il contribuente deve costituirsi in giudizio, depositando alla Corte di giustizia tributaria di primo grado il ricorso e il proprio fascicolo, con la copia dell’atto impugnato e i documenti che vuole presentare in giudizio.
La costituzione in giudizio va effettuata in via telematica attraverso il Sistema Informativo della Giustizia Tributaria L’avvocato tributarista è la figura idonea che consente di analizzare il ricorso da voler presentare innanzi al giudice competente, oltre ad effettuare le relative ispezioni.
É consigliabile rivolgersi a questa figura esperta anche per cause inferiori a tremila euro, in quanto anche se il semplice ricorso può sospendere gli effetti e il decorso del termine della riscossione, in caso questo venga perso, anche per un difetto di forma, riattiva i termini e il tempo sospeso viene imputato ai fini del calcolo della somma dovuta.
Vantaggi di un ricorso con supporto legale
Avvalersi di un supporto legale consente di avere maggiori possibilità che vi sia un annullamento o riduzione degli importi dovuti, oltre a sanzioni che possono non essere dovute.
Ricevere una cartella esattoriale improvvisa può anche causare stress ed agitazione al contribuente, ed il supporto legale può rimediare anche a queste situazioni personali con la relativa raccolta di materiale probatorio in tempi celeri.
L’avvocato potrebbe anche trovare soluzioni quali la rateizzazione degli importi.
Come trovare l'avvocato giusto
In conclusione una cartella esattoriale o una intimazione di pagamento può rappresentare un motivo di turbamento per il contribuente che tuttavia può rivolgersi ad un avvocato specializzato in diritto tributario al fine di presentare il relativo ricorso i cui tempi variano da 60 a 5 giorni dalla notificazione.
Ti invitiamo a contattare un avvocato specializzato per valutare il caso e fornire la relativa consulenza legale per trovare la migliore strategia difensiva.