Il concordato fallimentare: in cosa consiste e da chi può essere proposto

12 Gennaio 2016 - Redazione

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Il concordato fallimentare consiste in un accordo fra il fallito e un terzo e rappresenta una delle modalità in cui è possibile concludere una pratica di fallimento.


Quali sono i soggetti attivi del concordato fallimentare?


Ad avanzare una proposta di concordato fallimentare possono essere tanto uno (o più) dei creditori, oppure un terzo, e non è necessario che si attenda l’emanazione del decreto esecutivo dello stato passivo (è tuttavia indispensabile che i dati disponibili siano sufficienti per stilare un elenco dei creditori). 


Quali sono i contenuti del concordato fallimentare?


Nella proposta di concordato fallimentare si può provvedere ad una classificazione dei creditori, che può seguire tanto criteri di omogeneità degli interessi economici avanzati, quanto trattamenti differenziati fra creditori (non senza il supporto di valide motivazioni, che debbono essere documentate); così come è possibile prevedere che i creditori non vengano soddisfatti integralmente (ma comunque in misura equivalente a quella possibile); e altresì è possibile stabilire l’estinzione dei debiti attraverso qualsiasi forma (quote, titoli di debito, obbligazioni, azioni).


L’iter del concordato fallimentare.


Una volta ricevuta la proposta di concordato fallimentare da parte del curatore fallimentare e dei creditori proponenti, il giudice delegato la valuta e trasmette comunicazione a tutti i creditori, di modo che questi abbiano un termine entro il quale manifestare il loro eventuale dissenso. La proposta viene sottoposta a votazione: se è approvata, ne viene data immediata comunicazione al proponente, ai creditori che abbiano palesato un qualche dissenso, e al fallito, e viene fissato un termine ulteriore per altre eventuali opposizioni; trascorso questo nuovo lasso di tempo, il tribunale omologa il concordato fallimentare con decreto motivato pubblico, al fine di consentire che ogni reclamo venga presentato alla Corte di Appello. Quando anche questo termine sarà scaduto, il concordato fallimentare diverrà obbligatorio.


Quali sono le garanzie che il concordato fallimentare venga rispettato?


La responsabilità sulla vigilanza del rispetto del concordato fallimentare ricade su giudice delegato, curatore e comitato dei creditori (in pratica, quanti hanno preso attivamente parte alla realizzazione del concordato).


Il concordato fallimentare può essere risolto?


La richiesta di risoluzione del concordato fallimentare può essere avanzata dal curatore o da uno (o più) dei creditori, in due casi: qualora (per mancanza di vigilanza) non vengano rispettati gli obblighi che il concordato aveva sancito, oppure nel caso in cui si scopra che, preventivamente all’accordo, si era agito con dissimulazione sull’entità del passivo o dell’attivo (aggravando il primo, in modo tale da suffragare la richiesta di procedura fallimentare, che altrimenti non troverebbe motivo d’essere, o celando parte del patrimonio aziendale, al fine di sottrarlo alla divisione e assegnazione dei richiedenti). In entrambi i casi, venuto meno il concordato, la procedura fallimentare viene riaperta.


Quali sono le motivazioni per le quali ricorrere al concordato fallimentare?


Il concordato fallimentare, che sostituisce la liquidazione fallimentare, non solo consente una risoluzione più rapida della procedura di fallimento, ma presenta il vantaggio per i creditori di riuscire a recuperare somme maggiori di quelle cui accederebbero con la liquidazione fallimentare (se non altro perché, diminuendo i tempi, si riducono le spese). 

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