Da chi può essere invocato il beneficio di escussione? In cosa consiste questo beneficio? Quando può trovare accoglimento?
12 Gennaio 2016 - Redazione
Per rendere chiara la questione è meglio fare un esempio, prendendo in considerazione le società di persone. Tra queste figurano:
• le SS, cioè le società semplici, che sono caratterizzate da un’autonomia patrimoniale imperfetta, giacché i creditori possono rivalersi sia nei confronti dei soci (tutti, tranne patto contrario), che della società;
• le S.a.S., cioè società in accomandita semplice, che possono esercitare attività sia commerciali che non commerciali, e che si caratterizzano per la presenza di soci accomandanti, cioè con responsabilità limitata, e soci accomandatari, ai quali compete l'amministrazione e la rappresentanza della società e sui quali grava una responsabilità illimitata;
• le S.n.c., società in nome collettivo, che in parte tutelano il patrimonio della società (al contrario delle s.s., nelle quali non è prevista una tutela dell'integrità del patrimonio sociale).
Ora, ipotizziamo che la seconda o la terza di queste società abbiano contratto dei debiti: il singolo socio può chiedere al creditore di ricorrere all’escussione del patrimonio sociale, che è il primo a dover essere aggredito, e solo in un secondo momento, qualora quello sociale non sia più disponibile (o non sia sufficiente a ripagare il debito), si potrà agire sul patrimonio personale.
Il contrario accade per il primo tipo di società, quella semplice, giacché il creditore può avvalersi immediatamente sul socio, che risponde col patrimonio personale.