Arresti domiciliari e lavoro: regole e modalità di ottenimento dei permessi

12 Luglio 2017 - Redazione

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Le regole dell’arresto domiciliare, previsto dal Codice Penale come misura cautelare (e in quanto tale caratterizzata da termini di durata legati alle varie “fasi” del procedimento o del processo), prevedono che al soggetto sia impedito di allontanarsi dalla propria abitazione o dagli altri siti di esecuzione della misura (anche, a titolo esemplificativo, un luogo pubblico di cura o di assistenza), e in taluni casi pure di utilizzare i mezzi di comunicazione (ivi compreso internet) e ricevere visite (fatta eccezione per i coabitanti): tuttavia alcuni permessi concessi durante gli arresti domiciliari, che rientrano come vedremo in una casista piuttosto ampia, rappresentano una deroga al divieto totale. 

Quali sono questi permessi che possono conciliarsi con gli arresti domiciliari? Si pensi ad una persona che deve sottoporsi a visite mediche, a sedute ambulatoriali o a un programma di recupero per tossicodipendenti presso un SERT.  

E queste rappresentano le circostanze più pacificamente e ampiamente accettate, dal momento che, a fronte del fatto che devono essere garantite tutte le “indispensabili esigenze di vita”, rientrano tra le deroghe anche:
  • il soddisfacimento di bisogni religiosi
  • il mantenimento delle relazioni familiari e sociali
  • l'espletamento delle funzioni genitoriali.

Detto in termini molto semplici anche fare la spesa o trascorrere del tempo al di fuori delle mura domestiche con il figlio minore rappresentano delle eccezioni alla regola basilare dell’arresto domiciliare, cioè al divieto ad oltrepassare certe delimitazioni fisiche prestabilite. 


Detenzione domiciliare e lavoro
Esiste un’altra circostanza che può giustificare un’eccezione alle regole dell’arresto domiciliare, e cioè lo svolgimento di un’attività lavorativa (sia che si tratti di un impiego pregresso che dell’assunzione di un detenuto ai domiciliari): tuttavia è necessario che venga rispettata una circostanza. Volete sapere quale?
Allora leggete di seguito la richiesta arrivata ad uno degli
avvocati penalisti partner del nostro servizio, e la risposta del professionista al quesito: 

Salve, mio padre è sottoposto alla misura degli arresti domiciliari per tentata truffa, di cui ha già scontato metà della durata prevista; il suo datore di lavoro ha espresso la volontà di continuare a tenerlo alle sue dipendenze, eppure il tribunale non gli ha concesso l’autorizzazione ad assentarsi, dal momento che la tipologia di lavoro itinerante mal si concilia con le norme previste da questa misura cautelare. È possibile intervenire in qualche modo?

Cara utente, la risposta è sì, ma solo nel momento in cui venga rispettato il dettato della Corte di Cassazione che stabilisce che un condannato che stia scontando la pena agli arresti domiciliari ha diritto di lavorare se la propria famiglia non ha altri mezzi di sostentamento. Tale presupposto va provato con documenti e/o testimonianze che possano dimostrare senza alcun dubbio il concreto e reale stato di indigenza del condannato e dei suoi congiunti.



Modalità di ottenimento del permesso
Al fine di ottenere un permesso durante gli arresti domiciliari, cioè un allontanamento dal luogo di detenzione per il tempo strettamente necessario al compimento di determinate incombenze, è necessario presentare un'istanza all'autorità giudiziaria competente. L’istanza non cambierà la misura, ma solo le modalità della sua esecuzione, anche se l’eccezione riguarderà sempre solo le finalità indicate dell’istanza e avrà validità sempre e solo limitata alla sua realizzazione.  

Si tenga presente che, secondo la Corte di Cassazione, l’autorizzazione al lavoro durante gli arresti domiciliari può verificarsi solo nel momento in cui il lavoro specifico non cozzi con le esigenze cautelari poste alla base della misura della domiciliarità: ragion per cui in passato l’istanza è stata negata in luoghi ove l’imputato, in precedenza, aveva avuto contatti con altri pregiudicati.  


Trasgredire agli arresti domiciliari: le ripercussioni
Nel caso di trasgressione alle prescrizioni imposte (ad esempio quando un soggetto esca in orari non consentiti, o si rechi in luoghi diversi da quelli per cui il permesso agli arresti domiciliari era stato concesso, sia che si trattasse di un permesso per visita ambulatoriale, sia ad esempio in caso di lavoro durante gli arresti domiciliari) spetterà unicamente al giudice stabilire se ciò che è stato fatto possa essere giustificato o non rappresenti piuttosto una palese inosservanza: in quest’ultimo caso gli arresti domiciliari saranno revocati e il soggetto continuerà la custodia cautelare in carcere.  


Collage di casi: quando la giustizia fa un casotto!
In quest’ultimo paragrafo presentiamo una serie di casi che riguardano gli arresti domiciliari, i permessi concessi durante gli arresti domiciliari, la detenzione domiciliare e il lavoro, la trasgressione delle regole dell’arresto domiciliare.  
 
Sentenza n. 27193/2014 la Corte di Cassazione qualifica come “evasione” l'allontanamento di un uomo, per essersi recato in farmacia ad acquistare un medicinale
Sentenza n. 36123/2014 la sesta sezione penale della S.C. rigetta il ricorso di una donna uscita di casa per buttare la spazzatura
Sentenza n. 49794 del 28 novembre 2014 la Corte di Cassazione ha confermato la condanna di un soggetto imputato del reato di evasione per essersi allontanato da casa al fine di recuperare l'animale domestico in fuga in compagnia di un cugino
Tribunale di Lecce commette il reato di evasione chi, ristretto agli arresti domiciliari, va dal vicino per chiedere una confezione di salsa di pomodoro.

Insomma, si penserebbe ad un’estrema rigidità dei vari tribunali nel far rispettare la misura in questione, se non fosse che poi la stesa Corte di Cassazione, con sentenza n. 46093 del 7 novembre 2014, rigettando l'ordinanza del Tribunale di Bolzano, non prevede alcun rientro in carcere per un soggetto agli arresti domiciliari, che, nel rientrare dall'attività lavorativa autorizzata sulla strada di casa fece un salto al bingo nei limiti di tempo consentiti.

Proprio per questo, anche quando si tratta di misure cautelari, è bene farsi seguire da un legale fidato e affidabile, proprio come quelli che noi di Quotalo mettiamo a disposizione dei nostri utenti: avvocati penali che hanno deciso di sposare il motto maggiore risparmio, uguale qualità che ci caratterizza, perché crediamo che il migliore dei servizi sia quello di assicurare servizi migliori a tutti…  

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